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INTERVISTA"La prostituzione puo' anche essere una scelta di vita"

17.10.13 - 08:30
Sul palcoscenico del Cittadella stasera va in scena il sesso a pagamento. L'attrice Giuliana Musso presenta Sex Machine che si chiede: "Perché il degrado a cui vengono spinte le donne che si prostituiscono è elemento di erotizzazione per molti maschi?".
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"La prostituzione puo' anche essere una scelta di vita"
Sul palcoscenico del Cittadella stasera va in scena il sesso a pagamento. L'attrice Giuliana Musso presenta Sex Machine che si chiede: "Perché il degrado a cui vengono spinte le donne che si prostituiscono è elemento di erotizzazione per molti maschi?".

LUGANO - Il teatro serve anche per infrangere alcuni tabù e magari rivedere le proprie idee in materia sessuale. Se ne sa qualcosa Giuliana Musso, apprezzata attrice di teatro  che giovedì sera porta in scena (sul palcoscenico del Cittadella) lo spettacolo Sex Machine. Protagonista per quasi due ore: il sesso a pagamento. Giuliana Musso è un'attrice coraggiosa. Ha sempre affrontato temi difficili, spesso scomodi. La sua bravura è indiscussa, e di recente il Teatro dell’Elfo di Milano le ha dedicato un’intera rassegna.

Uno spettacolo sulla sessualità commerciale, leggo nella descrizione.
"Sono 6 monologhi in cui interpreto sei personaggi, 4 maschili e due femminili. Ognuno racconta un'esperienza personale legata alla sessualità commerciale, un mondo dove non esiste solo la prostituzione, ma anche una visione culturale della sessualità. È uno spettacolo che parla di noi, della nostra educazione sessuale, svelando attraverso una serie di testimonianze alcuni nostri tabù, il tutto proposto con ironia e autoironia".
 
Nella descrizione del mondo della prostituzione in che modo si è preparata? Ha avuto modo di conoscere personalmente alcune prostitute?
"Tutti i miei spettacoli nascono da una perlustrazione del mondo reale. Ho intervistato tantissime persone: esperti dell'argomento, le professioniste del sesso, i clienti, individui che non hanno rapporti diretti con quel mondo ma sono semplici osservatori dall'esterno. Lo spettacolo l'ho scritto 10 anni fa e non ha perso aderenza alla realtà. Oggi come allora ci insegna ad essere un po' più onesti con noi stessi e andare oltre i giudizi moralistici, portandoci a riflettere sulle ragioni e sui bisogni di una cosi potente domanda di sessualità commerciale. La domanda che ci si pone è perché i normali rapporti affettivi non soddisfano questo bisogno?"

E lei che risposta si è data? E che idea si è fatta di un uomo che arriva a pagare una donna per un rapporto sessuale?
"Le persone sono diverse e misteriose. Hanno bisogni molto profondi e diversi tra loro. In generale possiamo dire che il giudizio e la visione di questo tipo di sessualità sono fortemente condizionati da una specie di doppia morale di matrice cattolica. C'è in generale una forte repressione del piacere e dello scambio sessuale. Non è un mistero che i paesi e i luoghi culturalmente più repressi sono quelli che hanno sviluppato dei fenomeni più evidenti di sesso commerciale. Io mi interrogherei proprio su questo legame. Devo dire che lo spettacolo mi ha dato l'occasione di capire molte cose sulla nostra sessualità e anche di rivedere alcune mie posizioni preconcette".
 
Quali ad esempio?
"Di accettare ad esempio che nel mondo ci sono delle persone, poche purtroppo, che riescono a prostituirsi con grande consapevolezza, autonomia e potere su se stessi e sulla propria situazione. Questo spettacolo non parla della tratta delle donne, nè di sfruttamento perché questi sono crimini, e come tali vanno trattati. Parla piuttosto del bisogno, va alla radice, è uno spettacolo essenzialmente sugli uomini e sul bisogno maschile".

Secondo lei lo spettacolo piacerà di più agli uomini o alle donne?
"Penso che piacerà a tutti. In questi anni di rappresentazione la risposta del pubblico maschile è sempre stata molto intensa. Certo va a smascherare alcuni lati maschili che gli uomini preferiscono non vedere. Come ad esempio la capacità tutta maschile di separare gli affetti dal piacere. Nei rapporti mercenari gli uomini vanno a cercare qualcosa di cui hanno profondamente bisogno, sarebbe bello se riuscissero a trovarlo all'interno di una normale relazione affettiva".

Maria Teresa d'Asburgo diceva che per abolire la prostituzione bisognerebbe abolire gli uomini. Lei pensa che tutto sia riconducibile all'uomo?
"L'affermazione tutto sommato è giusta, ma non condivido l'abolizione dell'uomo, credo invece che ci sia la possibilità di scambiare sesso e denaro in maniera rispettosa e consapevole. Sappiamo che non sempre è cosi. Il degrado a cui vengono spinte le donne che si prostituiscono purtroppo è un elemento di erotizzazione per molti maschi, l'oggetto del desiderio degradato è un bisogno maschile. E questo è il lato pericoloso e malato dell'intera faccenda".

In Ticino la prostituzione non è un reato, ed esiste anche la possibilità per le prostitute di mettersi in regola, di registrarsi, pagare le tasse, ricevere controlli sanitari. Lei cosa ne pensa?
"Personalmente sarei d'accordo con la legalizzazione, mi sembra una decisione saggia e civile. Alcune delle donne che ho incontrato mi hanno insegnato che la prostituzione puo' essere una scelta di vita, che va dunque rispettata.  Dall'altro lato mi hanno anche insegnato che per questo tipo di attività la norma puo' generare altre forme di sfruttamento. Siamo su una linea sottile: bisogna cercare il giusto equilibrio tra la necessaria autonomia della persona e la  tutela della libertà dell'individuo. Non sempre le leggi e le norme vanno in questa direzione".

Il fenomeno del sesso a pagamento coinvolge anche le donne. Non è ormai più un tabu che una donna si rivolga a un ragazzo per avere rapporti sessuali. Secondo lei questo tipo di dinamica è diversa rispetto a quella di un uomo che si rivolge a una prostituta?
"Dire che le donne si stanno comportando come gli uomini sarebbe falso. La percentuale di donne che vanno con i prostituti è molto bassa, ne ho conosciute davvero pochissime. Ho incontrato invece tanti uomini dediti al sesso mercenario.  Questo fa capire che siamo in fondo diversi. Uomini e donne hanno bisogni sessuali diversi. La meccanicità di un rapporto sessuale a pagamento consumato in strada non piacerebbe mai ad esempio a una donna".

Il suo è un teatro dai temi forti, penso a La fabbrica dei preti, Tanti saluti, lo stesso Sexmachine. Come sceglie i temi da portare in palcoscenico?
"Tutto nasce dalla voglia di crescere come persona. È un bisogno di indagine del tutto personale che si incontra con un bisogno intellettuale. È la voglia di comprendere di più. Ho fatto uno spettacolo sulla nascita prima di diventare madre e mi ha aiutato molto nell'affrontare la mia maternità. Ho realizzato una pièce sulla sessualità e mi ha aiutato a eliminare alcuni pregiudizi. Ho messo in piedi uno spettacolo sulla morte che mi ha consolato molto perchè da piccola ho perso mia madre. Penso che il pubblico riconosca questa onestà intellettuale, questo mettersi di fronte al tema ponendosi delle domande e senza cercare risposte preconfezionate. Ecco: non parto mai dalle risposte, parto dalle domande".

 

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