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LOCARNO"Lessi Siddharta e lo trovai noioso, oggi ho realizzato un musical"

15.07.13 - 08:56
Parla Isabeau, la regista che ha realizzato il musical "Siddharta" tratto dal racconto di Hermann Hesse e che porterà in scena a Locarno il prossimo 27 luglio
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"Lessi Siddharta e lo trovai noioso, oggi ho realizzato un musical"
Parla Isabeau, la regista che ha realizzato il musical "Siddharta" tratto dal racconto di Hermann Hesse e che porterà in scena a Locarno il prossimo 27 luglio

LOCARNO - Il romanzo dello scrittore tedesco è infatti solo une delle diverse fonti che hanno guidato la mano della regista Isabella Biffi in arte Isabeau durante la stesura del copione, una di queste ci porta addirittura dietro alle sbarre : “Lo spettacolo è frutto di un’idea di attività sociale che poi si è sviluppata all’esterno del suo contesto. Con il progetto Eventidivalore (eventidivalore.it) da anni lavoro all’interno delle carceri di Milano Opera, dove ho fondato un vero e proprio laboratorio, sono stati i detenuti stessi a dirmi che lo spettacolo doveva essere presentato al pubblico e così abbiamo fatto. Grazie alla collaborazione con Gloria Grace Alanis – produttrice – ora lo proponiamo all’interno con i detenuti e all’esterno con i professionisti.

Come si lavora con i detenuti?
“È un’esperienza che io consiglio a tutti di provare. Intanto si lavora con delle persone, che stanno soffrendo e quindi si lavora con l’uomo rimettendo al centro la dignità dell’uomo. Se si è convinti che l’uomo si possa trasformare allora si lavora con l’atteggiamento giusto, altrimenti si parte da presupposti sbagliati, il giudizio e la critica non portano a nulla. È un lavoro lungo e non facile ma di sicuro è un’esperienza che arricchisce molto”.

Perché Siddartha?
“Era da parecchio tempo che volevo parlare del vero senso della vita ovvero che cos’è la felicità e come la si raggiunge. Ci sono due tipi di felicità quella astratta legata a tutto ciò che di materiale ci circonda, la più illusoria, e quella interiore che ti porta a costruire una serenità diversa. Il viaggio di Siddartha è emblematico in questo senso”.

Ricordi la prima volta che l’hai letto?
“Certo. Avevo 14 anni e mi ricordo che non mi era piaciuto perché non avevo capito nulla. Ho pensato: Che noia, che paranoia sto libro, mai più. L’ho riletto qualche anno dopo e l’ho apprezzato molto tanto che poi mi sono lasciata ispirare per scrivere il musical. In realtà il primo tempo dello spettacolo ha poco a che vedere con il testo di Hesse, prende spunto dalla vita di Úâkyamuni  che nella religione buddista giapponese è il vero budda originale. In ogni caso sarà uno spettacolo (in italiano con sottotitoli in tedesco ndr.) accessibile a tutti: le scelte musicali e coreografiche spaziano nei più svariati generi, ci sarà di tutto e di più, proprio per rendere il musical moderno, colorato e ritmico”.

Quanto del Piccolo Buddha di Bertolucci c’è nella tua versione?
“Molto. Adoro Bertolucci e il suo film mi ha aiutato tanto nella stesura del copione”.

Sei religiosa?
“Sono una buddista praticante da 15 anni, più che religiosa mi considero una praticante alla ricerca di una forte fede tutti i giorni, una ricerca che va rinnovata giorno per giorno; l’ho ritrovata grazie al buddismo giapponese e la pratica del mantra Namu myôhô renge kyô. Ti rimette in equilibrio con l’universo”.

Come l’hai incontrato?
“Tanti anni fa in un periodo in cui malgrado facessi un sacco di concerti e guadagnassi bene, sono nata come cantante, mi sentivo vuota dentro e non capivo perché. Un amico mi portò ad una riunione, ascoltai questo gruppo di persone che al momento mi sembravano tutti un po’ folli e dissi oddio dove sono capitate, mai e poi mai io farò questa cosa. In realtà dal giorno dopo ho cominciato a praticare…”

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