Cerca e trova immobili

LOS ANGELESJohn Travolta accusato di molestie sessiali, un massaggiatore ritira la causa

16.05.12 - 21:21
Resta invece in piedi la causa del secondo massaggiatore
None
John Travolta accusato di molestie sessiali, un massaggiatore ritira la causa
Resta invece in piedi la causa del secondo massaggiatore

WASHINGTON - Nuovi colpi di scena nello scandalo che ha colpito John Travolta: uno dei due massaggiatori che hanno accusato il protagonista di 'Pulp Fiction' di molestie sessuali ha ritirato la causa depositata al tribunale di Los Angeles. Ma a confondere la situazione è il fatto che l'uomo - la cui identità non è stata rivelata e va sotto lo pseudonimo di John Doe 1 - ha immediatamente dopo assunto come sua rappresentante la famosa avvocata californiana, Gloria Allred, e non è chiaro cosa intenda fare.

Resta invece in piedi al momento l'altra causa - rappresentata dall'avvocato Okorie Okarocha - del secondo massaggiatore (John Doe 2) che sostiene di essere stato molestato da Travolta il 25 gennaio in un hotel di Atlanta.

Ognuno dei due uomini aveva chiesto 2 milioni di dollari in risarcimento per lo stress subito. Nessuna richiesta di denaro, ma pesanti rivelazioni erano invece emerse da un impiegato della Royal Caribbean, che ha sostenuto pubblicamente di essere stato oggetto di proposte di prestazioni sessuali da parte di Travolta nel 2009.

L'attore, 58 anni, da venti sposato con Kelly Preston, ha negato ogni accusa e per il suo legale il ritiro della prima causa è il segnale che tutto si risolverà in una bolla d'aria: "Il mio cliente è stato vendicato - ha esclamato Martin Singer - dal primo massaggiatore che ha ritirato la causa e ci aspettiamo che ciò avvenga con John Doe 2 e chiunque altro affermi falsità nei suoi confronti".

Non la pensa così il legale della controparte. Okarocha - che ha ammesso "conflitti di personalità2 con il primo massaggiatore - ha detto: "Non ci sarà alcuna mediazione per John Doe 2, il mio cliente. Non ne rivelo il nome perchè nel caso di reati sessuali la privacy è d'obbligo, ma dimostrerò in tribunale la validità della causa".


 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE