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PeopleSalute: da nord a sud ambiente malato minaccia quella degli italiani

28.07.09 - 16:43
Salute: da nord a sud ambiente malato minaccia quella degli italiani

Roma, 28 lug. (Adnkronos Salute) - Smog, smaltimento non corretto dei rifiuti urbani, cambiamenti climatici, peggioramento della qualità dell'aria. La salute del territorio italiano è malandata e rischia di minacciare anche quella dei suoi abitanti. Manca un’azione comune nel gestire i diversi 'attacchi' mossi all’ambiente dalle varie fonti di inquinamento e il nostro Paese presenta una situazione a macchia di leopardo. È la fotografia che emerge dalla prima edizione del rapporto Osservasalute Ambiente (2008), analisi dello stato di salute dell’ambiente e dei suoi riflessi sulla salute della popolazione italiana realizzata dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha sede presso l'università Cattolica di Roma ed è coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Gli autori del rapporto, presentato oggi nella Capitale, sono Antonio Azara, dell’Istituto di Igiene e Medicina preventiva dell'università di Sassari e Umberto Moscato, dell'Istituto di Igiene dell'università Cattolica capitolina. “Sono evidenti le differenze di performance tra Regioni nell’affrontare il rischio ambientale - sottolinea Ricciardi - ancor più se si considera quanto sia limitante considerare il problema secondo i limiti geografici, economici e sociali delle Regioni stesse. In questo, il fenomeno di 'regionalizzazione' dei processi decisionali, anche in ambito ambientale, potrebbe aumentare invece che diminuire le lacune esistenti”. “Nella maggior parte dei casi – aggiunge Moscato - l'ambiente è monitorato solo per obbligo normativo e tale monitoraggio è disconnesso rispetto a una reale conoscenza del fenomeno salute/malattia nella popolazione. Questi problemi si amplificano se visti in un'ottica di gap tra Regioni (virtuose e meno virtuose), considerando che l'inquinamento è un fenomeno globale. Ovvero, sebbene un cittadino di Pavia potrebbe 'gongolare' in quanto la provincia dichiara che i parametri ambientali vanno bene, in realtà fumi industriali provenienti dalla Campania, dove i controlli sono meno rigorosi o assenti, potrebbero in ogni istante determinare effetti negativi sulla sua salute, perché gli inquinanti non si fermano ai confini regionali”. Secondo il rapporto, comunque, non si può fare una distinzione netta tra Nord virtuoso e Sud problematico, a differenza di quanto emerso finora per la gestione della salute nelle diverse edizioni del rapporto Osservasalute, che hanno periodicamente fotografato un Settentrione che va sempre meglio e un Mezzogiorno in peggioramento. Prendiamo ad esempio il rilevamento della qualità dell’aria: il numero delle stazioni utilizzate in ambito EoI (European Exchange of Information) ha avuto un incremento di circa il 23% nel 2006 rispetto al 2005, definendo un trend, sebbene lento, in costante aumento: 332 stazioni nel 2003, 359 nel 2004, 432 nel 2005, 533 nel 2006. L’aumento ha riguardato prevalentemente le stazioni di rilevazione dell’inquinamento da traffico (51%) e in misura minore quelle di fondo (22%) e le industriali (12%). Ma la distribuzione delle stazioni non è omogenea e, sebbene la suddivisione netta Nord-Sud come negli scorsi anni non esista più, la gran parte delle stazioni di monitoraggio è distribuita comunque al Nord. Quanto all'inquinamento acustico, i dati a disposizione sono scarsi e spesso poco confrontabili a causa dell’incompleta 'zonizzazione' del territorio e delle differenti tecniche di rilevamento e di elaborazione dei dati. La zonizzazione acustica è una classificazione del territorio comunale per aree che, per la loro utilizzazione, devono essere più o meno protette dal rumore come prevede la legge quadro 447/1995. Ebbene, il 31,5% dei Comuni italiani ha approvato la classificazione acustica contro il 17,4% del 2003 e il 10% del 2002. Ma la risposta risulta essere ancora inadeguata e a macchia di leopardo in Italia. Infine, l'inquinamento da radon: l’esposizione a questo gas cancerogeno è un indicatore della salute dell’ambiente e delle persone. Il Rapporto mette in luce un forte ritardo delle Regioni che devono eseguire una mappatura del territorio e individuare le zone in cui il problema si presenta in modo più rilevante, dove sarà obbligatorio effettuare interventi in tutti i luoghi di lavoro. Una prima individuazione delle aree doveva essere effettuata entro il 31 agosto 2005, ma la mancata costituzione di una speciale commissione, che avrebbe dovuto stabilire le linee guida per le metodologie di mappatura, porterà a un ritardo.

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