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PeopleDUCATI: I mitici Monster

17.07.01 - 10:13
Stile che seduce e grinta che invoglia: le moto della gloriosa Casa non smettono mai di stupire.
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DUCATI: I mitici Monster
Stile che seduce e grinta che invoglia: le moto della gloriosa Casa non smettono mai di stupire.
Il Ducati Monster ha segnato la stagione motociclistica degli anni '90 con un crescendo che lo ha fatto entrare di slancio negli anni Duemila, confermando così un primato che ne rileva la funzione di punto di riferimento della categoria. L'aspetto stilistico e le prestazioni, ad un tempo grintose e sincere, continuano a sedurre un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo: da quello femminile a quello di chi ama le emozioni forti, virili della guida sportiva, ma con un'impostazione in sella meno "caricata" e un po' più spavalda. La famiglia Monster del 2001 riceve una serie di aggiornamenti e affinamenti sotto l'aspetto tecnico, grafico ed estetico, che sono mirati a sottolineare l'originalità e la razionalità di un progetto che dura nel tempo. Inoltre, il nuovo millennio porta alla luce un nuovo nato nella famiglia Monster, il Monster S4; per molti versi è un modello completamente nuovo, sebbene che, dei già noti, ha solamente l'originale aspetto stilistico. Sintesi delle novità 2001 di tutte le versioni Monster - Styling: telaio e ruote Brembo a tre razze cave (5 per il Monster S4) in colore Ducati Racing grigio scuro metallizzato (versioni standard e special); motore in colore grigio-argento metallizzato. - Dotazione: nuovo cruscotto tipo M900 per le versioni a carburatori, che include contagiri e contachilometri; nuova batteria ermetica, più piccola e leggera (-1 kg), nuovo cablaggio elettrico razionalizzato, protezioni anticalore sugli scarichi in acciaio inox (in carbonio per 900 Special e S4). - Ergonomia e comfort: nuovo cilindretto di progettazione Brembo per il comando idraulico della frizione, più preciso ed efficiente. - Ciclistica: nuovi tiranti da 12 mm di diametro per gli attacchi del motore al telaio e pinza freno posteriore riposizionata sopra il forcellone. - Motore e tecnica: nuovo rapporto di avviamento elettrico, nuove cinghie della distribuzione N35 più rigide e stabili, nuove pulegge distribuzione sdoppiate per messa a punto fine della fase, nuova pompa dell'olio, nuovo filtro olio e raffreddamento cilindri completamente ad aria. - Sicurezza: nuovo sensore della posizione di folle Per Monster 900 e 900 Special - Dotazione: nuovo tachimetro con scala incrementata a 260km/h - Motore: nuovo radiatore olio KTM - Ciclistica: ammortizzatore posteriore Sachs multiregolabile (900S) Monster S4 Nell'ambito della famiglia Monster 2001, l'S4 merita un capitolo a parte, perché si tratta dell'evoluzione estrema di un concetto di moto i cui meriti sono costantemente cresciuti agli occhi degli appassionati, arrivando a coinvolgere nuove schiere di potenziali utenti, con le relative esigenze. Il Monster S4 non è una variante sul tema Monster S, bensì un progetto nuovo. Nello sviluppo stilistico, la Ducati è rimasta fedelissima all'originale. Il Monster S4 nasce dalla simbiosi fra il telaio derivato dal modello sport-touring ST4, e il bicilindrico Desmoquattro di 916 cm3 con testa modificata e camma di scarico in posizione abbassata e la sospensione posteriore, con braccio oscillante in alluminio dimensionato per ottenere un interasse di 1440 mm. La potenza è di 101 cv, con coppia massima di 92 Nm per offrire una straordinaria curva d'erogazione con un ampissimo arco di giri. é scaturita, quindi, una moto che, anche grazie al peso di soli 193 kg, non offre solamente prestazioni d'accelerazione e ripresa int eressanti, ma anche un'insolita posizione di guida, al punto d'aver imposto l'adozione, rispetto agli altri modelli Monster, di un assetto della moto rialzato di 20 mm, in modo da poter disporre anche di una maggior luce a terra. Criteri di qualità sono stati attuati pure nella scelta dei componenti primari, come le unità delle sospensioni: forcelle telescopiche Showa multiregolabili, a steli rovesciati con cursori da 43 mm, ammortizzatore posteriore Sachs multiregolabile. L'impianto frenante è Brembo, e vanta dimensioni analoghe a quelle impiegate sui modelli della famiglia Superbike Ducati. All'avantreno, infatti, troviamo due dischi da 320 mm per 5 mm di spessore su cui operano pinze Brembo di derivazione corse, a 4 pistoni. Prova su strada Con questa prova abbiamo voluto confrontare i modelli più rappresentativi della famiglia Monster: la M600, la M900 Dark, e la nuovissima S4. Vi rammentiamo che il concetto Monster, creato dal designer Miguel Galluzzi, è riuscito negli anni '90 a creare una nuova categoria di moto (le nude), nonché una diversa e originale filosofia d'intendere la moto. Un'immagine estetica essenziale e accattivante, abbinata ad una ciclistica facile e intuitiva, per regalare a centauri esperti o neofiti, un feeling di guida tutto particolare. E se a tutto ciò aggiungete le attraenti caratteristiche del motore bicilindrico, allora capirete perché questo modello ancora dopo parecchi anni dalla sua prima apparizione, continua ad affascinare tanti motociclisti. In funzione di queste considerazioni abbiamo scelto un percorso di prova molto guidato, percorrendo circa mille chilometri attraverso i passi alpini svizzeri, fino a giungere alle bellissime Dolomiti. Insomma, una miriade di curve per meglio assaporare le differenze delle t re contendenti. Iniziando ad osservare le posizioni di guida, possiamo dire che quelle delle Monster 600 e 900 sono praticamente identiche, e rappresentano un ottimo equilibrio tra comfort e guidabilità. Un aspetto importante è l'altezza da terra della sella, che con i suoi soli 77 centimetri permette a conducenti di bassa statura di poter appoggiare comodamente i piedi per terra. La S4 invece, ha un'altezza di 80,3 centimetri, e il corpo del conducente si distende maggiormente verso l'avanti, caricando di più l'avantreno. La protezione all'aria è agevolmente sopportabile fino alle velocità consentite dalla legge, la S4 equipaggiata di un piccolo cupolino migliora di qualche decina di chilometri orari la protezione, in ogni modo il raggio d'azione delle Monster rimane sempre circoscritto alla città e al misto. Nell'analisi della guida abbiamo subito costatato le differenze tra le due mitiche e la nuova arrivata: laddove la M600 e la M900 si confermano "gazzelle" della strada, nel senso che si lasciano guidare in maniera faci le e intuitiva, la S4 (detta anche Super Monster) richiede invece maggiore impegno ed esperienza. Ma procediamo con ordine: il "Monsterino" nel suo complesso ci ha soddisfatto sorprendentemente, in particolare la sua ciclistica trasmette al conducente un senso di sicurezza e facilità da riferimento. Il suo reparto sospensioni malgrado sia limitatamente regolabile (come la M900 Dark regolabile solo il monoammortizzatore in precarica e ritorno), si è sempre dimostrato efficace su ogni tipo di manto stradale. L'avantreno della M600 è dotato di un pneumatico di sezione bassa (120/60), e trasmette al conducente un feeling diretto con la strada, che si rivela importante anche in caso di frenata d'emergenza, dove il suo impianto dotato di un monodisco di 320 mm sa affrontare la situazione con prontezza. La M600 si è dimostrata veramente divertente da guidare, grazie alla sua maneggevolezza e al motore di 51 cv, che agevola una guida rilassata ma nel contempo garantisce prestazioni brillanti. La potenza non sembra ta nta, ma spesso e volentieri nel misto è già sufficiente, e soprattutto i neofiti possono concentrarsi maggiormente sulla guida. Per il Monster 900 Dark valgono le stesse lodi della sorella minore per quel che riguarda il comportamento dinamico della ciclistica, semplicità alla base di tutto, ma il divertimento è raddoppiato grazie al generoso motore alimentato ad iniezione elettronica. Anche in questo caso la quantità della cavalleria (78 cv a 8.250 giri) non è da considerarsi un'esagerazione, ma la potenza è subito a portata di mano, e nel misto guidato esattamente dove serve per uscire rapidamente dai tornanti. Il bello della M900 è che nonostante l'incremento di potenza rispetto alla M600, rimane sempre una moto sincera dal comportamento neutrale, anche quando s'imposta una traiettoria sbagliata si riesce ad effettuare la correzione con rapidità e disinvoltura. Insomma un cocktail di prestazioni inebrianti. I limiti della M900, soprattutto se paragonata alla blasonata S4, si scoprono nelle curve veloci, dove la stabilità e la precisione dell'avantreno non sono da Super Monster. Infatti, la S4 oltre al suo poderoso "pompone" da 101 cv, colpisce per le doti di precisione e stabilità. Il suo avantreno è abbastanza maneggevole anche alle basse velocità, o nei tornanti più stretti, ma il suo vero carattere si scopre sui tracciati veloci, laddove riesce a tracciare traiettorie da precisione chirurgica. Una ciclistica ben congegnata che riesce sempre ad imbrigliare le sfuriate del suo propulsore esuberante ma sempre prevedibile nell'erogazione della potenza. Anche quando da tornante a tornante si spalanca il gas in prima marcia sollevando la ruota da terra e in frenata si sollecita il potente impianto frenante Brembo, la S4 rimane sempre stabile con spostamenti di carico limitati, e anche quando si accelera con veemenza su un percorso sconnesso l'avantreno rimane stabile. Naturalmente queste spiccate qualità di precisione e stabilità devono essere sostenute da una guida altrettanto impegnata e pensata, perché nei cambiamenti di linea la S4 risulta più impegnativa delle sue due sorelle, e anche su strada sconnessa si trova più impacciata. La S 4 è una moto che sa regalare emozioni forti, ma non è facile e intuitiva come la M600 e la M900. In sintesi, possiamo affermare che dopo aver concluso questa prova ricca di curve, non è stato possibile definire un vincitore, o un modello raccomandabile a tutti. I modelli Monster da noi provati hanno evidenziato caratteristiche diverse, che abbiamo cercato d'esprimere in questo modesto confronto. Ai Ducatisti attuali o futuri, il piacere di poter scegliere.
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