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PeopleCHIRURGIA: IL CUORE SI OPERA IN TEAM, PRIMA SALA 'IBRIDA' AL MONZINO MILANO

29.09.08 - 20:23
CHIRURGIA: IL CUORE SI OPERA IN TEAM, PRIMA SALA 'IBRIDA' AL MONZINO MILANO

Milano, 29 set. (Adnkronos Salute) - Una quindicina di esperti insieme nella stessa stanza. Alleati per offrire al malato di cuore un mix di competenze salvavita, con cure fino a ieri impensabili che si traducono in nuove chance di sopravvivenza. Al Centro cardiologico Monzino di Milano il cardiochirurgo non 'balla da solo': il cuore si opera in team, grazie a un nuovo modello di sala operatoria cardiovascolare detta 'ibrida' o multifunzionale, inaugurata oggi all'Irccs di via Parea alla presenza dell'assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani, del presidente e dell'amministratore delegato dello Ieo e del Monzino, Carlo Buora e Carlo Ciani, e del direttore scientifico del Monzino, Paolo Biglioli."Si tratta della prima sala operatoria del genere in Italia - assicura Biglioli - e della terza in Europa dopo quelle già attivate a Monaco di Baviera e a Lipsia, in Germania". Nella sala operatoria ibrida - del valore di un milione di euro circa, stimano gli specialisti - convivono il cardiochirurgo e il chirurgo vascolare, insieme all'elettrofisiologo, al cardiologo interventista, all'ecografista e all'anestesista, coadiuvati da personale tecnico e paramedico specializzato. Per tutti la parola d'ordine è lavorare uniti a vantaggio del paziente, perché contro le cardiopatie primo killer nel mondo "la cardiochirurgia e le altre procedure sono destinate a non essere più in alternativa - dice Biglioli - né tantomeno in contrapposizione. L'alta specialità di ognuno viene messa al servizio di uno stesso malato, per risolvere al contempo uno o più problemi cardiaci". E' una doppia rivoluzione, aggiunge l'esperto: per il medico, che si trova di fronte alla necessità di cambiare formazione e mentalità, e per il paziente, che può ottenere risposte anche contro malattie complesse un tempo intrattabili. Protagoniste della sala ibrida, insieme all'equipe multidisciplinare, sono le tecnologie di ultima generazione: un'apparecchiatura radiologica fissa capace di fornire immagini ultradefinite, all'interno di una modernissima sala operatoria. La sala integrata consente così di pianificare ed eseguire più procedure a 360 gradi. Dalla diagnosi all'intervento. Ma cosa succede nella sala ibrida? Un esempio tipico è la sostituzione della valvola aortica per via percutanea mininvasiva: a oggi 1.800 interventi in Europa, di cui "molti al Monzino con risultati eccellenti", ricorda Biglioli. "Il 30% dei pazienti con stenosi della valvola aortica - sottolinea infatti il direttore scientifico del centro milanese - non può essere operato perché non è in grado di sopportare la chirurgia tradizionale". Spesso sono anziani over 80 e deperiti, che "con la valvola percutanea, nella sala ibrida, possono sperare di vivere". La sala cardiovascolare multifunzionale rappresenta "un'esperienza pilota che speriamo di far gemmare sul territorio - commenta Bresciani - e che rientra perfettamente nello spirito della sanità lombarda. Passare 'dal solismo al concerto' è il motto che ho coniato", ribadisce l'assessore, e nella sala ibrida "cardiologi e cardiochirurghi fanno proprio questo": seguono ognuno il proprio spartito, suonando però nello stesso concerto. "Il nostro obiettivo è quello di garantire per 5 anni la parità di bilancio al più basso costo pro-capite", evidenzia Bresciani, e proprio perché "non dobbiamo impegnarci a ripianare alcun deficit", in regione "ci possiamo permettere il lusso di progettare e realizzare cose nuove". Ogni anno "due milioni e mezzo di ricoveri e 16 milioni di visite" sono i numeri chiave dell'assistenza sanitaria lombarda, afferma l'assessore, "con un bilancio di 17 miliardi di euro usati tutti per curare i cittadini". Uno spirito condiviso dal gruppo Ieo. "Dal punto di vista del dividendo, i nostri azionisti sono i pazienti - puntualizza Ciani - I nostri margini attivi vanno tutti a finire nella ricerca", conclude.

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