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PeopleParkinson: tremore addio, tenuto a bada nel 90% malati

26.08.08 - 19:50
Parkinson: tremore addio, tenuto a bada nel 90% malati

Madrid, 26 ago. (Adnkronos Salute) – E' il tratto distintivo del Parkinson, impresso nella memoria dell'opinione pubblica mondiale dalle immagini di papa Woitjla o del gigante della boxe Mohammed Alì piegato dalla malattia. Eppure il tremolio che accompagna questa patologia neurodegenerativa sembra essere ormai "nient'altro che un brutto ricordo". Un terzo dei malati, infatti, non sviluppa questo tipo di sintomo, mentre per tutti gli altri "nel 90% dei casi - spiega Angelo Antonini, docente di neurologia all'università Milano-Bicocca, a margine di un incontro a Madrid, dove è in corso il XII congresso dell'European Federation of Neurological Societies – è possibile tenerlo a bada grazie alle terapie attualmente in uso".

In pensione o quasi, dunque, il sintomo per antonomasia del Parkinson, ma la strada per chi fa i conti con questa malattia resta innegabilmente tutta in salita. Oltre ai problemi motori e muscolari, infatti, ansia, depressione, apatia e attacchi di panico rendono un inferno la vita di questi malati. In particolare, la depressione è il sintomo 'Cenerentola' per eccellenza. Affligge, infatti, "ben un parkinsoniano su due - spiega Anthony Schapira, docente di neurologia al National Hospital and Royale Free Hospital di Londra - anche se parte della letteratura sostiene che la percentuale sia ben più alta, ovvero si aggiri attorno al 76%". Tutta colpa della dopamina, il neurotrasmettitore le cui alterazioni sono coinvolte nell'insorgenza del Parkinson, che "incide anche sulla sfera emotiva - sottolinea Antonini - alterandola". Eppure il 'mal di vivere' finisce spesso per passare in sordina.

"In uno studio condotto in 50 centri italiani, ad esempio, emerge che solo un terzo dei malati di Parkinson alle prese con la depressione riceve una terapia contro il male oscuro. Eppure - prosegue Antonini - questa condizione incide significativamente sulla qualità di vita dei pazienti". Anche se, a dire il vero, non sempre l'antidepressivo rappresenta la soluzione per questi pazienti. I sintomi depressivi, infatti, persistono in circa la metà dei malati di Parkinson che riceve farmaci ad hoc. Per questo, gli studiosi stanno passando sotto la lente di ingrandimento una molecola già in uso per tenere a bada i sintomi del Parkinson, che potrebbe tuttavia rivelarsi preziosa anche come antidepressivo. "Si tratta - spiega Antonini - del pramipexolo, che interagisce sul sistema della dopamina e su quegli squilibri biochimici che accendono la malattia". I primi risultati, intanto, "lasciano ben sperare.

Il profilo recettoriale di pramipexolo potrebbe essere responsabile delle possibili proprietà antidepressive della molecola. Se identificati correttamente, dunque, i pazienti con Parkinson e afflitti da depressione - conclude l'esperto - potrebbero riconoscere in questa la terapia migliore per salvaguardare, per quanto possibile, il loro stile di vita". La Boehringer Ingelheim, azienda produttrice della molecola, è intanto a lavoro su una nuova formulazione del pramipexolo, per sostituire le tre pasticche giornaliere attualmente in uso con un'unica compressa. All'appuntamento madrileno sono stati presentati gli studi di farmacocinetica, fase I, della nuova formulazione.

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