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PeopleLeucemia: mieloide cronica in 20% casi, a Roma convegno su terapie

21.05.08 - 11:10
Leucemia: mieloide cronica in 20% casi, a Roma convegno su terapie

Roma, 21 mag. (Adnkronos Salute) - Fra i pazienti adulti, la leucemia è nel 20% dei casi mieloide cronica (Lmc). Una forma che, prima dell'avvento nel 2003 di un farmaco innovativo, l'imatinib, assicurava una prognosi infausta. L'unica opzione terapeutica potenzialmente curativa per questo tipo di pazienti era il trapianto di cellule staminali da donatore compatibile, procedura comunque rischiosa. Fare il punto della situazione sull'efficacia e la tollerabilità della terapia a lungo termine con imatinib e sulle nuove opzioni terapeutiche da utilizzare in caso di fallimento del trattamento, è l'obiettivo del convegno 'Leucemia mieloide cronica: i nuovi paradigmi' promosso dall'Istituto di Ematologia dell'università Cattolica di Roma, in programma giovedì al policlinico Gemelli. Il convegno - informa una nota - sarà aperto dalla lettura magistrale di Sante Tura, professore ordinario di Ematologia all'università di Bologna, Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, che illustrerà le tappe fondamentali nella conoscenza della Lmc. La prima parte del convegno sarà dunque dedicata all'analisi della Lmc, partendo dagli ultimi dati sulla terapia con imatinib, per poi fornire linee guida terapeutiche e di monitoraggio della risposta. "Attualmente è molto importante controllare, grazie alla possibilità di utilizzare innovative tecniche di biologia molecolare - spiega Giuseppe Leone, professore ordinario di Ematologia alla Cattolica e presidente del convegno - la risposta alla terapia e soprattutto l'eventuale insorgenza di resistenza, per poter tempestivamente effettuare gli opportuni cambiamenti del trattamento. L'arrivo di nuovi farmaci specifici per la cura della traslocazione alla base della Lmc, fornisce nuove ed efficaci opportunità terapeutiche, ma rende contemporaneamente molto importante chiarirne le prospettive e le modalità d’uso". Nella seconda parte del convegno si porrà l'attenzione sui cambiamenti che la terapia con imatinib ha apportato alla storia naturale della patologia, valutando il confronto con il trapianto allogenico di staminali, quale unica terapia curativa prima dell'avvento di questo farmaco, e l'impatto che queste nuove terapie hanno sulla vita dei pazienti e sui costi sociali. "Con l'allungarsi del follow-up di osservazione dei pazienti – precisa Leone - si sono anche osservati casi di resistenza o di intolleranza al trattamento. I nuovi inibitori delle tirosinkinasi, uno già disponibile per la cura dei pazienti resistenti/intolleranti a imatinib, il dasatinib, altri in corso di sperimentazione, il nilotib e i nuovissimi inibitori dell'aurora kinasi ci permettono di fornire una efficace opzione terapeutica per quei pazienti che altrimenti avrebbero una prognosi infausta".

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