Cerca e trova immobili

PeopleSalute: epidemiologa, 'clima pazzo' da solo non favorisce malattie infettive

22.04.08 - 19:40
Salute: epidemiologa, 'clima pazzo' da solo non favorisce malattie infettive

Barcellona, 22 apr. (dall'inviato dell'Adnkronos Salute Guido Schwarz) - Una volta tanto i cambiamenti climatici finiscono assolti, per mancanza di prove, dall'accusa di minacciare la salute umana. In particolare, il capo di imputazione è di favorire nuove e antiche malattie infettive. ''Ma - spiega il 'giudice' Sarah Randolph, epidemiologa della Oxford University in Gran Bretagna - studiando i modelli statistici emerge che non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per attribuire al clima la recrudescenza di antiche patologie, fino a qualche anno scomparse, o l'arrivo di malattie da altre zone del pianeta''.

Randolph, una vera e propria autorità mondiale negli studi in questo campo di ricerca, è intervenuta al Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid) che si chiude oggi a Barcellona. ''Di tutte le malattie infettive conosciute, sia del passato che del presente, e probabilmente del futuro - spiega all'ADNKRONOS SALUTE - quelle causate da patogeni trasmessi dagli insetti sono le più sensibili ai cambiamenti climatici. E per questo comunemente si tende a pensare che i mutamenti in atto nel clima rappresentino un possibile fattore capace di incidere sulla loro diffusione. Ma - avverte - non c’è alcuna ragione evidente per avvalorare questa tesi. Piuttosto - aggiunge Randolph - sono i mutati comportamenti umani a favorire l'arrivo di malattie, e la loro diffusione in aree prima mai raggiunte da certi agenti infettivi. E il clima semmai rappresenta solo un co-fattore che può anticipare o posticipare nel tempo l'insorgenza della malattia''.

A sostegno delle sue conclusioni l'epidemiologa britannica rammenta il caso dell'encefalite da zecche, che rappresenta una delle due principali malattie diffuse in Europa da insetti. ''Nonostante il crescente numero di casi registrato nel Vecchio Continente negli ultimi decenni - rileva Randolph - i tempi relativi alla diffusione e l'andamento delle temperature differiscono anche sensibilmente non solo tra Nazione e Nazione, ma anche nelle diverse aree di ciascun Paese. La discontinuità climatica registrata in Europa dal 1989 ha di fatto favorito lo sviluppo delle larve delle zecche che rappresentano il principale vettore dell'encefalite. Ma l'andamento climatico da solo non può spiegare la maggiore diffusione della malattia, mentre si ha un quadro più completo se si inseriscono altre varianti, come i comportamenti umani. Questi ultimi incidono in maniera significativa, perché determinano la maggiore o minore possibilità di esposizione all'infezione''.

Cosa è accaduto nell'Europa dell'Est dopo la dissoluzione del blocco sovietico rappresenta, per l'epidemiologa, un esempio molto esplicativo. ''L'andamento di alcune malattie infettive, come la febbre emorragica Crimea-Congo - continua - in queste zone europee deriva anche dai cambiamenti socio-economici, oltre che dal clima. Cioè dall'utilizzo dei campi, dalla presenza umana o invece di animali selvatici, dalle pratiche agricole scelte o le attività industriali sviluppate. E - conclude - dalla presenza o meno di cittadini occupati o disoccupati''.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE