Cerca e trova immobili

PeopleEmicrania: 5 mln di italiani incompresi, attendono riconoscimento invalidita'

06.02.08 - 17:30
Emicrania: 5 mln di italiani incompresi, attendono riconoscimento invalidita'

Milano, 6 feb. (Adnkronos Salute) - Crisi di dolore violento e pulsante che possono durare da 2 a 72 ore. E una vita vissuta a metà: di giorno al lavoro per forza, ma senza poter rendere quanto vorrebbero, e di sera a casa, incapaci però di dedicare le giuste attenzioni al partner e ai figli. E' questa l'esistenza degli oltre 6 milioni di italiani, per lo più donne (colpite il triplo rispetto agli uomini) e giovani, che soffrono di emicrania. Grazie a un provvedimento unico nel nostro Paese, da poco più di un anno il milione e mezzo di pazienti lombardi possono vedersi riconosciuto un livello di invalidità civile dall'1 al 46%. Ma gli altri 5 milioni circa di malati della Penisola restano ancora 'incompresi'.

A lanciare un appello affinché il modello lombardo venga esteso in tutte le regioni dello Stivale sono gli esperti che venerdì si riuniranno alla Fondazione Irccs Istituto neurologico Besta di Milano, per il convegno 'Emicrania: una patologia invalidante'. L'evento è stato presentato oggi nel capoluogo lombardo dai protagonisti della battaglia che ha portato la Regione Lombardia alla circolare datata 14 dicembre 2006: Gennaro Bussone, direttore del Dipartimento di neuroscienze cliniche del Besta e past president dell'Anircef (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee); Domenico D'Amico, dirigente medico dell'Unità operativa di neurologia III cefalee del Besta, e Fabio Frediani, direttore dell'Unità operativa di neurologia del Policlinico di Ponte San Pietro (Bergamo) e past president dell'Aic (Associazione italiana per la lotta contro le cefalee).

Oltre a chiedere l''esportazione' della circolare lombarda, gli specialisti sollevano inoltre il problema della spesa per i farmaci anti-emicranici, a totale carico del paziente anche in Lombardia. Dolore, vomito e intolleranza a luce e rumori. "L'emicrania è una malattia sociale che impedisce al paziente di svolgere le attività quotidiane, in ufficio come in famiglia", spiega Bussone. "Una malattia invisibile - aggiunge D'Amico - perché i pazienti e chi li circonda spesso sottovalutano un disagio" che può diventare cronico e rovinare la qualità di vita anche per molti giorni al mese. Eppure questi malati, che 9 volte su 10 sono under 40 (il picco massimo di frequenza è tra i 25 e i 55 anni), almeno in Italia resistono stoicamente soffrendo in silenzio.

Non solo il 75%, sbagliando, ricorre a cure fai-da-te, ma da uno studio europeo è emersa una tendenza al 'presenteismo', piuttosto che all'assenteismo: "Appena il 28% delle italiane con emicrania, contro il 50% e oltre degli altri Paesi, perde dei giorni di lavoro - dice Frediani - e nei due terzi dei casi il datore di lavoro di queste pazienti non ha alcuna idea del loro malessere". Risultato: "Il 78% delle malate che vanno in ufficio nonostante le crisi non si sente in grado di affrontare gli impegni in agenda". Da qui l'importanza della circolare lombarda, "frutto di 10 anni di lotta", precisa Bussone, e che, "pur potendo essere perfezionata - ammette Frediani - è un ottimo punto di partenza perché permette ai pazienti di non essere più considerati malati di serie B. Auspichiamo quindi che questa normativa possa diventare un diritto di tutti gli italiani con cefalee invalidanti".

Il provvedimento del Pirellone, infatti, riguarda in generale tutte le forme di mal di testa: "Dalla semplice cefalea tensiva alla terribile cefalea a grappolo", puntualizza Bussone. Recandosi in un centro di riferimento super-specializzato, i pazienti vengono sottoposti a "questionari standardizzati come il Midas e l'Hit6 - riferisce D'Amico, 'traduttore' dei test in Italia - Così è possibile misurare il grado di disabilità", e far ottenere al malato una certificazione di disabilità che gli consente di essere considerato come tale e curato al meglio. Il rimborso dei farmaci non è ancora previsto, ma gli esperti puntano a ottenerlo come pure a permettere ai pazienti gravi un accesso veloce a visite ed esami.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE