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RICERCAGrattarsi è come una "droga"

02.02.08 - 09:58
Lo studio ha evidenziato anche che alcune aree vengono 'accese' quando ci si gratta. Fra queste la corteccia prefrontale, associata al comportamento compulsivo. Dal momento che lo studio ha analizzato l'effetto del grattarsi senza prurito, ora i ricercatori intendono cercare di capire cosa accade quando ci si gratta per trovare sollievo
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Grattarsi è come una "droga"
Lo studio ha evidenziato anche che alcune aree vengono 'accese' quando ci si gratta. Fra queste la corteccia prefrontale, associata al comportamento compulsivo. Dal momento che lo studio ha analizzato l'effetto del grattarsi senza prurito, ora i ricercatori intendono cercare di capire cosa accade quando ci si gratta per trovare sollievo

(Adnkronos/Adnkronos Salute) MILANO - Attenzione: i 'grattini' possono dare dipendenza. Ne e' convinto un gruppo di ricercatori della Wake Forest University del North Carolina (Usa), sicuro di aver scoperto perche' grattarsi sia cosi' piacevole, ma possa anche trasformarsi in una sorta di tic. Il team ha usato nuovissimi scanner cerebrali per 'fotografare' i cambiamenti che si verificano nel nostro cervello quando ci grattiamo. Cosi' si e' visto che si riduce l'attivita' nelle aree cerebrali associate alle emozioni e ai ricordi spiacevoli, aumentando pero' quella della zona legata ai comportamenti compulsivi.

I ricercatori sperano, a questo punto, che il loro studio - pubblicato sul 'Journal of Investigative Dermatology' - possa dare il via alla messa a punto di nuovi trattamenti ad hoc. Per alcune persone, infatti, l'irritazione causata dal prurito e' talmente forte da portarle a grattarsi a sangue. Il team ha usato la risonanza magnetica funzionale per osservare il cervello di 13 volontari, mentre si grattavano le caviglie con una piccola spazzola. Le 'sessioni' duravano circa 30 secondi, con pause altrettanto lunghe, per un totale di cinque minuti. I risultati hanno mostrato una ridotta attivita' nella corteccia cingolata anteriore (legata alle esperienze spiacevoli) e nella corteccia cingolata posteriore (associata ai ricordi).

Quando le 'cavie umane' agivano in modo piu' intenso, poi, l'attivita' delle due aree era ridotta al minimo. "Si tratta della prima vera prova scientifica che mostra come il prurito venga inibito quando ci si gratta - commenta Gil Yosipovitch, responsabile dello studio - Sappiamo che grattarsi e' piacevole, ma non capivamo perche'. E' possibile che questa azione sia in grado di 'spegnere' le componenti emozionali del prurito e, dunque, portare sollievo. Naturalmente - aggiunge - non si raccomanda alle persone di grattarsi, perche' puo' danneggiare la pelle. Ma comprendere come funziona questo processo potrebbe portare alla messa a punto di nuovi trattamenti per chi soffre di prurito". Ad esempio, dice il medico, farmaci che disattivino la stessa area del cervello 'spenta' dal 'grattino'.

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