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PeopleALIMENTAZIONE: DIFFICILE COMPRARE CIBO PER 1 MLN 359 MILA FAMIGLIE ITALIANE

09.10.07 - 18:50
ALIMENTAZIONE: DIFFICILE COMPRARE CIBO PER 1 MLN 359 MILA FAMIGLIE ITALIANE

Roma, 9 ott. (Adnkronos Salute) - Per 1 milione e 359 mila famiglie italiane è difficile mettere insieme il pranzo con la cena. Il 5,8% dei nuclei familiari del nostro Paese dichiara infatti di aver avuto problemi, nel corso del 2005 per l'acquisto di alimenti. E il fenomeno risulta molto più accentuato al Sud e nelle isole rispetto al resto della Penisola. Lo indicano i dati Istat contenuti nel dossier "Il contributo italiano al diritto all'alimentazione e alla tutela delle fasce più deboli della popolazione", redatto dall'Istituto nazionale di ricerca degli alimenti e la nutrizione (Inran) con il contributo di Caritas italiana, Coop e Fondazione Banco Alimentare Onlus, presentato oggi a Roma in occasione delle celebrazioni ufficiali italiane della Giornata mondiale dell'alimentazione che la Fao ha indetto per il prossimo 16 ottobre.

Secondo gli esperti in Italia, quindi, nonostante la piena disponibilità alimentare non mancano per molti connazionali disagi nutrizionali legati da un lato alle cattive scelte alimentari, dall'altro all'impossibilità per le fasce più deboli di arrivare all'acquisto di alimenti sufficienti a garantire una dieta adeguata. "Nel nostro Paese - spiega Carlo Cannella presidente dell'Inran - il 5,8% delle famiglie, pari a 1 milione 359 mila nuclei familiari, ha avuto problemi per l'acquisto di alimenti. Basti pensare che negli ultimi 5 anni ad aumentare di più è stato il prezzo del pane, dei prodotti da forno, la carne, il pesce, gli ortaggi e la frutta. E che le famiglie più povere per mangiare destinano il 42% della loro spesa totale, quasi il doppio del valore medio nazionale (24%)". Cannella ha anche ricordato i problemi alimentari degli anziani.

"L'Italia -ha spiegato- è uno dei Paesi con un elevanto allungamento della vita e, quindi con una popolazione anziana che puo' avere un'alimentazione non adeguata per motivi socio-economici o per patologie". Nelle fasce di età più avanzate infatti persistono situazioni in cui il potere di acquisto si è decisamente ridotto, anche per gli alimenti. E cio' è particolarmente grave se si pensa che chi è piu' avanti con l'età è particolarmente esposto a problemi nutrizionali anche per l'elevato consumo di farmaci che interagiscono con i nutrienti e anche a causa del minore assorbimento fisiologico. C'è inoltre un'altissima percentuale di cittadini che si trova al di sotto della soglia di povertà relativa.

Nel 2005 c'era l'11% delle famiglie in queste condizioni, complessivamente 7,5 milioni di cittadini, e in alcune aree del Mezzogiorno la povertà relativa è quattro volte superiore alla media nazionale: oltre i due terzi dei poveri si trovano infatti nel Mezzogiorno d'Italia. "Se i recenti rincari - ha spiegato Carlo Cannella - hanno suscitato l'interesse dei media, il volontariato negli ultimi anni aveva già una chiara percezione del fenomeno e si è impegnato in iniziative concrete di sostegno. Iniziative che seppure efficaci rimangono però solo esempi di buona volontà - lamenta l'esperto - sostenuti dalla sensibilità dei singoli senza sistematicità sul territorio nazionale ne' un organico supporto a livello istituzionale".

Secondo gli esperti, sarebbero indispensabili opportune politiche per evitare diseguaglianze a livello alimentare che possono anche fare aumentare il rischio di malattie, con costi sociali piu' elevati rispetto a strategie di supporto. Nel 'dossier per il diritto all'alimentazione' presentato oggi, tra le misure pratiche proposte gli esperti hanno messo a punto un 'paniere giusto' di alimenti che possa garantire una dieta equilibrata anche a costi bassi. Il paniere è stato 'costruito', infatti, rispettando i criteri scientifici che assicurano il miglior stato di salute, con 34 alimenti di consumo comune: in grado di fornire i nutrienti necessari, ampiamente disponibili a prezzi di mercato e puntando su quantità ragionevoli. Tra gli alimenti elencati, latte, zucchero, grana, pecorino, mozzarella, pollo, maiale. Non mancano vitellone e prosciutto mentre per il pesce la scelta si limita a platessa e nasello. Con quantità che variano per età e sesso. Nel dossier sono elencate anche esperienze positive di solidarietà per le persone in difficoltà.

E' il caso del progetto delle Coop 'Buon fine', che rende disponibile la merce invenduta per la solidarietà. Un'iniziativa, avviata nel 2004, che nel 2006 ha permesso di assistere oltre 30 mila persone, con il coinvolgimento di circa 990 associazioni, 195 punti vendita e merce distribuita per circa 767.000 kg. Altra esperienza importante è quella della Caritas, un 'sistema' fondato su 220 Caritas diocesane sul territorio nazionale che distribuiscono direttamente o indirettamente aiuti alimentari. Mentre la Fondazione Banco alimentare, costituita nel 1989, per il recupero e la distribuzione di alimenti, punta alla lotta contro gli sprechi: in accordo con enti pubblici, aziende di produzione alimentare e catene di distribuzione raccoglie gratuitamente tutti quei prodotti commestibili, ma che non possono essere venduti per varie ragioni di mercato. Nel 2006 la Fondazione ha recuperato 65.997 tonnellate di cibo aiutando un milione 361 mila persone.

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