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PeopleFARMACI: TROPPI GASTROPROTETTORI PER ITALIANI, ESPERTI DETTANO 'RIMEDI' IPERPRESCRIZIONE

15.06.07 - 19:10
FARMACI: TROPPI GASTROPROTETTORI PER ITALIANI, ESPERTI DETTANO 'RIMEDI' IPERPRESCRIZIONE

Roma, 15 giu. (Adnkronos Salute) - Iperprescrizione dei farmaci gastroprotettori: una delle 'spine nel fianco' del Sistema sanitario nazionale italiano che un gruppo di esperti sta tentando di 'estrarre', dettando alcune regole per far sì che i medici sappiano quando è necessario, oppure è inutile, somministrare medicinali che inibiscono la secrezione gastrica. I risultati preliminari della consensus conference organizzata dalle principali società scientifiche di gastroenterologia e di malattie digestive italiane, sono stati resi noti oggi all'Istituto superiore di sanità. Dati che, ora, verranno rielaborati per poi confluire, nel giro di 4-8 settimane in un documento conclusivo.

Un panel di esperti vario genere (gastroenterologi, bioeticisti, medici di medicina generale, giornalisti e rappresentanti del Tribunale per i diritti del malato) si è riunito nei giorni scorsi per arrivare a una prima 'summa' di indicazioni finalizzate a razionalizzare la pratica medica. "Ieri - ha spiegato Gianfranco Delle Fave, coordinatore della consensus conference e vicedirettore della Federazione italiana malattie apparato digerente (Fimad) - abbiamo messo su la struttura della casa, mentre ora dobbiamo impegnarci per costruire mura solide". Ed ecco i primi 'nodi' affrontati dagli esperti: innanzitutto il problema delle ulcere gastriche. "In generale - evidenzia Delle Fave - si tratta di malattie infettive, perché è un batterio a provocarle. La terapia va fatta dunque sul batterio, utilizzando antibiotici come prima cosa, e gastroprotettori come conseguenza e con criterio. I risultati migliori si possono ottenere in almeno otto giorni, con una combinazione di due antibiotici più due dosi di gastroprotettori, senza differenza fra le molecole disponibili. Con l'accortezza di somministrare gli inibitori di pompa 60 minuti prima dei pasti e non dopo cena come si è a lungo creduto". Per quanto riguarda il reflusso gastroesofageo, "è stato sancito con notevole evidenza - continua il gastroenterologo - che si tratta di una malattia composta da diverse entità. Quindi, a diverse entità devono corrispondere diverse strategie terapeutiche. I farmaci che abbiamo a disposizione sono in grado, pur con le loro diversità, di coprire tutte le necessità e le opzioni terapeutiche, dalla più semplice alla più complessa. Si tratta di molecole che si caratterizzano per un diverso profilo metabolico, quindi seguono vie differenti, e per un diverso tipo di interazione con gli altri medicinali. Un dato da tenere in considerazione, visto che, dopo i 65 anni, un italiano su sette assume almeno un farmaco ogni giorno e quando se ne aggiunge un altro dobbiamo sapere cosa fare. Questo è un argomento che l'assemblea ha intenzione, comunque, di approfondire".

"In terza analisi - spiega ancora Delle Fave - sono stati presi in considerazione i danni provocati dagli antinfiammatori non steroidei e dall'aspirina. A livello scientifico esiste estrema evidenza che questi farmaci aumentino le emorragie, i ricoveri in ospedale e le morti. Il fattore di rischio è rappresentano soprattutto dall'età avanzata e forse, a sorpresa, dall'uso 'al bisogno' di questi medicinali, spesso assunti senza consultare il medico. In presenza di uno di questi elementi è necessario assumere gastroprotettori in concomitanza con il trattamento con antinfiammatori, soprattutto per il mantenimento di una buona qualità di vita. Ma se non c'è fattore di rischio - conclude - noi sconsigliamo la prescrizione di inibitori di pompa".

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