Ad indagare sul 'problema' è niente meno che l'Accademia della Crusca, l'istituto italiano per la salvaguardia e lo studio della lingua italiana.
FIRENZE - Gli sms minacciano la lingua italiana? I messaggini con il cellulare sono da censurare perché minacciano alla base le strutture dell'italiano, universalmente apprezzato per la frequenza delle vocali e per la 'dolcezza'?
A queste domande cercherà di rispondere un convegno di studi dell'Accademia della Crusca, dal titolo: 'Se telefonando… ti scrivo'.
C6 'ci sei', C.A. 'Caro amico', 8bre 'ottobre', cmq 'comunque', nn 'non': l'uso di scrivere in forma abbreviata parole o locuzioni non è certo una novità. Dai manoscritti medievali alle lettere private di ieri e di oggi l'esigenza di risparmiare spazio e tempo ha spesso portato scriventi diversi ad adottare scritture tachigrafiche o brachilogiche.
Ma allora, la sensazione di novità che tutti noi proviamo di fronte agli sms e ad altre forme di 'parlar spedito' da che cosa deriva? Forse dall'inedita unione di parole e immagini? Da una dialogicità informale impensabile nel passato? Dalla diffusione di massa di un fenomeno che presenta evidenti tratti di creatività e altrettanto evidenti tratti di stereotipia?
Adnkronos/RED