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PeopleOSTEOPOROSI: NON CURATE 2 FRATTURE VERTEBRALI SU 3

19.10.06 - 16:30
OSTEOPOROSI: NON CURATE 2 FRATTURE VERTEBRALI SU 3

Milano, 19 ott. (Adnkronos Salute) - Superano i 5 milioni gli italiani malati di osteoporosi, e ogni anno per colpa della ‘malattia delle ossa fragili’ si registrano nella penisola 250mila fratture. Di queste, circa 150mila riguardano la colonna vertebrale, ma soltanto 40mila casi arrivano all’attenzione del medico. In pratica - calcolano gli esperti in vista della Giornata mondiale dell’osteoporosi - due fratture vertebrali su tre restano non trattate. Contro questo problema ‘sommerso’, è disponibile oggi un nuovo intervento chirurgico mini-invasivo: la cifoplastica con palloncino, che promette di abbattere le ricadute del 65%. Un peso sollevato distrattamente o un movimento brusco, a volte anche solo l’essersi chinati troppo rifacendo il letto al mattino. Basta un semplice gesto, in apparenza innocuo, per provocare una frattura vertebrale nei pazienti predisposti. I medici la chiamano ‘frattura da compressione del corpo vertebrale’ (Vcf): la struttura portante di una vertebra si rompe e ‘collassa’ su se stessa, provocando dolore persistente e deformità toracica e lombare detta appunto cifosi. Eppure questi campanelli d’allarme vengono troppe volte ignorati. “Il paziente che si rivolge a noi spesso presenta sintomi da mesi - spiega Leo Massari, ordinario di Malattie dell’apparato locomotore all’università di Ferrara e direttore dell’Unità operativa di Clinica ortopedica e traumatologica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara - e con questo ritardo nel chiedere aiuto pregiudica la possibilità di un trattamento ‘soft’ e tempestivo”. Non solo. “Una frattura Vcf non trattata correttamente moltiplica di 5 volte il rischio di ricadute”. In genere, in caso di dolori alla schiena da frattura vertebrale - ricorda una nota - il paziente viene sottoposto a un trattamento conservativo con un busto semirigido, immobilizzazione prolungata e farmaci antinfiammatori e antidolorifici. Ma in questo modo il dolore può persistere, avvertono gli specialisti, e non si recupera la postura corretta. Per questo, e anche per la crescente diffusione che l’osteoporosi avrà a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione, “è importante sapere che esiste un modo valido e sicuro per agire all’origine del problema”, conferma Maria Luisa Brandi, presidente della Società italiana osteoporosi, metabolismo minerale e malattie dello scheletro (Siommms) e della Fondazione italiana ricerca e cura malattie osso (Firmo). La cifoplastica con palloncino è un’operazione chirurgica che dura in media meno di un’ora. Si esegue in anestesia locale o generale, in base al quadro clinico del paziente, e consiste nell’inserire - sotto continuo controllo fluoroscopico - un piccolo palloncino per via percutanea nella vertebra fratturata. Una volta gonfiato, il palloncino è in grado di riportare il corpo vertebrale collassato quanto più possibile vicino all’altezza originale. E solo quando la vertebra è stata sollevata al meglio, si procede con l’inserimento del cemento osseo, la cui distribuzione uniforme è garantita dall’accesso bilaterale alla vertebra tipico della tecnica. Dopo l’intervento - conclude il comunicato - il paziente rimane in osservazione per qualche ora, fino a un massimo di 24. Ai benefici medici si aggiungono quelli economici, per la riduzione del ricorso ai farmaci e delle prestazioni rimborsate dal Ssn. (Red-Opa/Adnkronos Salute)

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