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PeopleALZHEIMER: DIETA MEDITERRANEA 'SCUDO' PER CERVELLO, RIDUCE RISCHI

18.04.06 - 12:50
ALZHEIMER: DIETA MEDITERRANEA 'SCUDO' PER CERVELLO, RIDUCE RISCHI

Milano, 18 apr. (Adnkronos Salute) - Mangiare ‘mediterraneo’ protegge il cervello. Un menu’ ricco di frutta, verdura, legumi, cereali, un po’ di pesce fresco, qualche bicchiere di vino al pasto e poca carne rossa riduce, infatti, il rischio di Alzheimer. A promuovere la dieta mediterranea e’ uno studio Usa pubblicato sugli ‘Annals of Neurology’. Le virtu’ di questo tipo di alimentazione contro la demenza erano state a lungo teorizzate, ma questo e’ il primo lavoro che ha monitorato un gruppo di persone negli anni, ‘misurando’ accuratamente l’effetto della dieta sul pericolo di ammalarsi. La ricerca, condotta dal team di Nikolaos Scarmeas del Columbia University Medical Center, e’ stata finanziata dai National Institutes of Health e ha ‘fotografato’ nel tempo 2.258 newyorkesi (senza sintomi della malattia), seguiti dal punto di vista medico e neurologico e sottoposti a controlli regolari ogni 18 mesi per 4 anni. Nel corso dello studio 262 persone hanno ricevuto una diagnosi di Alzheimer. Cosi’, guardando alle abitudini alimentari degli anziani, i ricercatori hanno visto che i piu’ fedeli ai dettami della dieta mediterranea erano significativamente meno a rischio di Alzheimer. In particolare, i ricercatori hanno attribuito un punteggio da 0 a 9 agli anziani, in base alla maggiore adesione a questo regime alimentare. Cosi’ hanno visto che, rispetto ai meno rigorosi seguaci della dieta mediterranea, i piu’ ‘integralisti’ avevano un rischio del 39-40% piu’ basso di ammalarsi, e quelli con punteggio intermedio del 15-21% inferiore. Questo suggerisce una significativa influenza della ‘dose’ rispetto al risultato. Inoltre l’effetto ‘scudo’ si e’ rivelato indipendente rispetto a elementi come eta’, calorie nel menu’, fumo o presenza di altre malattie. Insomma, ‘’la maggior aderenza alla dieta mediterranea e’ associata a una riduzione del rischio di Alzheimer’’, concludono i ricercatori. (Mal/Adnkronos Salute)

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