Cerca e trova immobili

MEDICINA NATURALEContro l'artrosi arriva la rosa canina selvatica

09.03.06 - 08:36
Nonostante l’efficacia delle medicine vegetali sia più antica di quanto si pensi, la scienza moderna esige numerose prove di efficacia. La polvere della rosa canina ha superato brillantemente tali test.
Foto d'archivio
Contro l'artrosi arriva la rosa canina selvatica
Nonostante l’efficacia delle medicine vegetali sia più antica di quanto si pensi, la scienza moderna esige numerose prove di efficacia. La polvere della rosa canina ha superato brillantemente tali test.

Nelle visite mediche europee, il secondo disturbo più ricorrente è costituito dai dolori artritici alle articolazioni. Tale disturbo rientra nello spettro delle malattie reumatiche e, in fasi acute, si manifesta in infiammazioni molto dolorose. Il dolore è provocato dalla lacerazione della cartilagine nelle articolazioni. Le persone che soffrono di artrosi ricorrono solitamente ai classici analgesici che consentono di tollerare maggiormente il dolore. Il sollievo però dura poco, mentre aumenta al contempo il rischio di dover assumere dosi sempre maggiori.

Un contadino danese di nome Erik Hansen, sofferente di artrosi, intuì per primo agli inizi degli anni 90 l’efficacia della rosa canina selvatica che cresce sulle spiagge della Danimarca. La polvere ricavata dal frutto essiccato, utilizzata per la prima volta dallo stesso Hans, rivelò un’efficacia strabiliante al punto che il contadino iniziò a distribuirla ad amici e conoscenti. La fama del prodotto iniziò a diffondersi e spinse Hans ad avviarne la produzione. Oggi appare chiaro che è l'accurata essiccatura a garantire l'efficacia della rosa canina.

 Le conseguenze della scoperta di Hans hanno dunque fatto della polvere della rosa canina un efficace rimedio terapeutico contro l’artrosi. Anche esperti e specialisti del settore testimoniano che la polvere inibisce sostanze messaggere in diversi punti all’interno del processo di infiammazione. Ne sono una prova due studi randomizzati, con controllo placebo condotti su pazienti che, già dopo tre settimane, hanno segnalato una significativa attenuazione del dolore. Il principio attivo responsabile è il galattolipide che ostacola la migrazione delle cellule e che tuttavia non è resistente al calore.  Ecco perché l’efficacia della sostanza rimane integra durante il delicato procedimento di essicatura della rosa selvatica.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE