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PeopleANZIANI: STUDIO GB, RITARDARE LA PENSIONE ELISIR DI LUNGA VITA

21.10.05 - 14:30
ANZIANI: STUDIO GB, RITARDARE LA PENSIONE ELISIR DI LUNGA VITA

Roma, 21 ott. (Adnkronos) - Ritardare la pensione vero e proprio ‘elisir’ di lunga vita. La prova? Per chi lascia ufficio e colleghi a 55 anni il tasso di mortalità è quasi doppio rispetto a quanti abbandonano il posto di lavoro a 65 anni. A rivelarlo è uno studio pubblicato sul ‘British Medical Journal’, che ha coinvolto 3.500 impiegati di un’industria petrolchimica, alcuni andati in pensione a 55 anni, altri a 60 e altri ancora a 65 anni.

Così è emerso che il tasso di mortalità era molto più alto per chi andava in pensione a 55 anni, mentre non c’erano significative differenze tra chi si ritirava dal lavoro a 60 anni e chi invece aspettava i 65. Ma la ‘longevità da tardo pensionamento’ potrebbe essere in parte anche legata - scrivono i ricercatori - a problemi di salute che spesso spingono i lavoratori ad anticipare i tempi. Per tracciare un confronto tra i tre sottogruppi in cui era suddiviso il campione, gli studiosi non hanno preso in considerazione i primi 10 anni seguiti al pensionamento di chi si era ritirato da lavoro a 55 anni, e i primi 5 anni di ‘riposo’ per chi aveva lasciato l’impiego a 60 anni, uguagliando così le condizioni di raffronto con i lavoratori che avevano atteso i 65 anni per godersi la pensione. E i risultati ottenuti negano il luogo comune secondo cui andare in pensione prima permette di vivere meglio e più a lungo.

“Lavorare attiva la mente - commenta Baroness Greengross, a capo dell’International Longevity Centre Uk - e aumenta l’autostima, ci fa muovere di più e ci induce ad avere relazioni personali e sociali continue. Tutto ciò rappresenta un significativo contributo per vivere meglio e mantenersi in forma”.

“Le aspettative di vita sono aumentate - aggiunge Gordon Lishman, direttore generale dell’Age Concern - e chi oggi a 40-50 anni ha buone probabilità di vivere fino a novant’anni. Molte persone vogliono lavorare più a lungo e far slittare più in là i tempi della pensione, ed è perciò necessario un approccio flessibile che consenta loro di farlo mantenendosi attivi. Non solo. Andare più tardi in pensione si traduce in un reddito maggiore e condizioni di vita migliori, fattori che si ripercuotono inevitabilmente sulla salute delle ‘tempie grigie’”.

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