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MUSICA

È la migliore d'Italia. E sì, è ticinese

«Roulette, puntiamo, esce 091». È disponibile da oggi "Pixel", il primo album della rapper luganese Ele A. Lo abbiamo ascoltato in anteprima
Ele A
È la migliore d'Italia. E sì, è ticinese
«Roulette, puntiamo, esce 091». È disponibile da oggi "Pixel", il primo album della rapper luganese Ele A. Lo abbiamo ascoltato in anteprima

LUGANO / MILANO - Non ha di certo perso tempo a darsi pacche sulla spalla… E, in fondo, ce lo aveva confidato lei stessa, poco meno di un anno fa. Non è così che Ele A percorre la vita. E ferma, da allora, non è di certo rimasta.

Passi falsi in questo 2025? Noi non ne abbiamo annotati. Ma, per chi non si fidasse troppo, apriamo il diario e sfogliamone pure qualche pagina. Un mese di gennaio all’ombra del “Tropico del Capricorno”, comprimaria di Guè in “Gazelle”. L’entrata nei roster del “Players Club ‘25” di Night Skinny (che ritroveremo) e del secondo sisma a “60 Hz” di Shocca. E ancora: "Tuttelestelle" con Neffa; “Karma Loop” con Shablo e Tormento; “AIR” sul disco di Sick Luke e, infine, due tacche belle spesse griffate Red Bull, con le “64 barre di Dopamina” e il “remix” di “Luna Piena” condividendo il palco romano del 64 Bars Live con Fabri Fibra. Può bastare?

Sì, sembra un curriculum vitae. In realtà è solo il preludio di “Pixel”, il primo album - dopo demo, un paio di EP ("Globo" e "Acqua") e una sostanziosa gavetta su YouTube - della rapper luganese che ha "messo" lo 091 sulla mappa della vicina Penisola. E no, non siamo stati sgambettati da un eccesso di campanilismo. Anzi, citiamo testualmente: «La miglior rapper d'Italia è svizzera». E chi lo dice? Quelli di "RollingStone" (ma lo pensiamo anche noi, ndr.), che le ha dedicato copertina e un coloratissimo shooting fotografico solamente un paio di giorni fa. Una cover che si osserva con quell'orgoglio che è difficile spiegare a parole. Quello, per capirci, di quando la tua nazionale, agli Europei, fa un gol a quella rivale.

«Roulette, puntiamo, esce 091». L'entrata in materia in "Ti Aspetto" è un dritto al mento immediato («Non sono sul podio però dammi un annetto/Qui sputano odio quindi dammi l’aumento/“Arrivare è facile" ho letto in un commento/Vieni ti aspetto»), con la complicità di un beat massiccio firmato dal fedelissimo Disse (a quattro mani con Shune), chiamato anche in quest'occasione a inchiostrare la maggioranza degli spartiti. Come quelli usati per mandare a bersaglio alcune punchline feline, con «gattini» che pesano un "Quintale". Le uniche occasioni in cui il producer ticinese lascia il sequencer a riposo è quando (in "Con Le Mie G" e "DDL") dietro le macchine si accomoda il già citato Skinny, assoluta istituzione del rap italiano, e nella conclusiva "Atlandide", quando la padrona di casa - sfoggiando una "grammatura" à la Madame - accompagna dolcemente il sipario facendo tutto da sola.

Perché "PIXEL" non è solo schiaffoni in rima baciata e cassa dritta. Attraverso il "prisma" si intravedono diapositive e frammenti, ma anche la sana intenzione di esplorare oltre i paletti più canonici del genere. Insomma, quello che è stato e quello che ancora dovrà (o potrà) essere.

Da Lugano ad Atlantide, appunto, e viceversa. Perché, nel rap, il senso di appartenenza non cede alle distanze. «Il luogo in cui uno nasce lo puoi davvero ritrovare ovunque», direbbe lei. E un omaggio alle origini Ele A lo esprime nel prefisso "091" e in quelle coordinate - «(Dove sei?) In pensilina» - che per il suo pubblico di casa sono immediatamente leggibili. Ma un po' di aria di casa la si può respirare anche in "Con Le Mie G", terza collaborazione con il Guercio, che pure su queste atmosfere vintage da primi anni duemila va a nozze, in quella che è a tutti gli effetti una "exclave" luganese in quel di Milano.

«Dentro al cuore ho solo pixel», dice. Così, un pixel dopo l'altro, questa giovane donna, cresciuta in quel di Aranno, ha esportato l'eccellenza del suo "Swiss made" direttamente ai piani alti della scena italiana. Un (altro) grande passo per lei. E un grande passo - il più grande - per il rap ticinese. Perché - per cogliere direttamente il suo assist - quando dice di quelli che «fanno foto che non guarderanno più», il discorso si può applicare tranquillamente anche a tanta musica. E non è di certo questo il caso.

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