L'artista timido e gentile: «Grato alla natura»
L'artista timido e gentile: «Grato alla natura» Ecco il primo EP di Soek, nome d'arte che significa "ricerca". A produrlo Stefano Losa, un personaggio pieno di emozioni.
Ecco il primo EP di Soek, nome d'arte che significa "ricerca". A produrlo Stefano Losa, un personaggio pieno di emozioni.
TENERO - Un artista timido. Anche introverso. Pieno di emozioni. Amico degli animali e della natura in generale, Stefano Losa, classe 1986, cresciuto nel Locarnese, potrebbe essere definito una sorta di anima pura. Dopo una lunghissima gavetta in vari gruppi ticinesi, da qualche tempo si è messo in pista con un nuovo nome d’arte: Soek. E recentemente Soek ha partorito il suo primo EP, Chelonian.
Stefano, partiamo dal tuo nome d’arte. Perché Soek?
«Il nome Soek è nato da una lunga ricerca. Cercavo qualcosa che si abbinasse alla perfezione al mio pensiero. E poi mi sono imbattuto in questa parola. In Afrikaans Soek significa "ricerca"».
Perché hai deciso di andare “per la tua strada”?
«Ho fatto parte in diversi gruppi musicali che mi hanno permesso di acquisire esperienze nel campo della musica. Però non ho mai trovato davvero un gruppo che si concentrasse nel creare emozioni all’interno delle canzoni».
Oggi qual è la missione di Soek?
«Il mio obiettivo è creare un'esperienza unica che coinvolga i suoni e le emozioni. Porto l’ascoltatore a riflettere su temi importanti come il rispetto per la natura. Dovremmo essere grati per quello che riceviamo tramite la natura e il messaggio che voglio fare passare è la buona convivenza con essa».
Il tuo EP è stato un parto difficile. Chi ti conosce sa che ci hai pensato e ripensato prima di lanciarlo.
«Quello che mi bloccava era la volontà di perfezionare il brano e di promuoverlo nella maniera ottimale. Oltre al desiderio di portare all’ascoltatore un'esperienza molto personale».
Il simbolo di questo EP è una tartaruga…
«Ho scelto l’immagine della tartaruga che per i nativi americani è la rappresentazione della terra, Chelonian è il nome scientifico della famiglia delle tartarughe. C’è molta saggezza nelle culture dei popoli antichi. La canzone Chelonian vuole esprimere la magnificenza della natura, River of Thoughts invece esprime i fiumi di pensieri belli o brutti che alla fine della canzone si scorgono metaforicamente in un piccolo ruscello fatto di semplicità e bellezza, mentre White Feather è una canzone per la speranza e la pace».
Un EP. Tre brani. A quale sei più legato?
«Il brano a cui sono più legato è Chelonian. Perché è un brano che ho dedicato alla mia nipotina».
Cosa è la musica per Soek?
«La musica per me è qualcosa di magico. Ho superato momenti difficili grazie a essa. Ho notato come a volte può portare sollievo ad altre persone, amore e calma in una società frenetica come questa. La musica permette di sfogarsi, divertirsi, di imparare e sognare. In maniera costruttiva e sana».
Hai un sogno nel cassetto?
«Ho tanti sogni, avere una famiglia, conoscere nuove civiltà, viaggiare e portare la mia musica ovunque. Il mio sogno più grande è creare canzoni che vengano ricordate nel tempo. Lasciare una piccola traccia del mio passaggio in questo mondo».
Non hai abbandonato del tutto le band però.
«È vero. Suono in una band chiamata Kiss Deep Space. Affrontiamo temi legati alla crescita personale in una maniera divertente e leggera. Questo mi permette di ripercorrere il mio passato di rocker e allo stesso tempo di contribuire a diffondere i buoni valori che ognuno dovrebbe portare con sé».
Qual è il messaggio di Soek?
«Il mio messaggio è quello di guardare sempre avanti, come un fiume. Di portare benessere alle altre persone. Quello che abbiamo nel cuore è molto più importante di qualsiasi pensiero. Tutto torna indietro, abbiate fiducia in voi stessi e portate amore. Non perdete la speranza, siate forti».
In che momento ti viene più facile creare musica?
«Il momento migliore per creare musica non lo conosco proprio. Arriva quando meno me lo aspetto. Dipende dal luogo, dalla compagnia, mi faccio sempre sorprendere».
