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Amore e rispetto. E parole come macigni

Il peso massimo dell'industria musicale statunitense, Lyor Cohen, parla della sua carriera pluridecennale.
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Amore e rispetto. E parole come macigni
Il peso massimo dell'industria musicale statunitense, Lyor Cohen, parla della sua carriera pluridecennale.

ZURIGO - Dai Public Enemy a Jay-Z, passando per gli A Tribe Called Quest, Kanye West e Dua Lipa. Non esiste rapper statunitense di successo che non abbia stretto la mano del manager e produttore musicale Lyor Cohen.

Un peso massimo dell'industria musicale a stelle e strisce, che in oltre 40 anni di carriera ha collaborato con artisti del calibro di Johnny Cash, Chuck D e i Slipknot. E la lista continua.

Era presente all'evento organizzato a Zurigo in occasione del 20esimo anniversario di YouTube (in veste di responsabile globale per i contenuti musicali). E di fronte ai giornalisti - accorsi dai quattro angoli del globo per partecipare allo speciale compleanno - si è espresso sul passato, presente e futuro della piattaforma, che negli ultimi anni ha fatto della musica la sua colonna portante.

«Non ci sono scorciatoie per il successo», ha dichiarato Cohen, raccontando delle lezioni acquisite durante il suo lungo (e tortuoso) percorso nel mondo dell'imprenditoria musicale. «Ho indossato lo scudo e l'armatura (di YouTube, ndr) perché nel mio settore, questo è certo, i cambiamenti sono destinati a verificarsi», ha aggiunto in merito alla «rivoluzione» attualmente in corso nel settore mediatico, e ammettendo di «funzionare meglio durante queste fasi di transizione, quando la macchina sta macinando».

Parole pesanti come macigni, ma incapaci di schermare il profondo «amore e rispetto» che il 65enne tuttora nutre per le persone con cui collabora. «La chiave è l'empatia», ha sottolineato in merito alla sua scalata nel settore, aggiungendo di essersi sempre contraddistinto dalla concorrenza: «Non sono mai stato interessato a produrre soltanto un paio di canzoni. Piuttosto, a forgiare vere e proprie carriere nel settore musicale». E in merito al suo approccio, non poteva mancare il riferimento alla piattaforma che oggi dirige: «Non ci fermeremo finché YouTube non sarà la principale fonte di redditto per i nostri musicisti».

Il guardiano della cittadella si è inoltre soffermato sulla relazione tra artisti e pubblico: «In questo mondo ci sono troppe falsità. È dunque fondamentale che le persone che rappresentiamo si presentino anche sul palco», ha avvertito, strizzando l'occhio ai creatori di contenuti presenti in sala.

Sul tema dell'intelligenza artificiale non è riuscito a nascondere un certo scetticismo: «Siamo focalizzati sul potenziamento della creatività umana, non sulla sua sostituzione. È questo il futuro in cui crediamo».



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