
I Nova del ticinese Christian Zatta dal vivo a Lugano con la United Soloist Orchestra: «I limiti del trio aguzzano l'ingegno sonoro, ma...».
LUGANO - Non mancano poi molti giorni al concerto dei Nova, trio jazz-fusion del chitarrista ticinese Christan Zatta. Una serata, quella del 22 febbraio all'Auditorio Stelio Molo di Besso, che vedrà il musicista nostrano – e i suoi compagni di musica Thomas Tavano (basso) e Florian Hesl (batteria) – condividere il palco con la United soloist orchestra.
«Per noi è un po' l'annata delle orchestre, se così possiamo chiamarla», sorride Zatta, «qui in Ticino, con i Soloist, è un'occasione speciale ma durante questo 2025 abbiamo diverse date, e altre già ne abbiamo fatte (con la lucernese Sinfonietta, ndr.)», continua.
«I pro di suonare con un ensemble del genere? È un sogno che ho sempre avuto ed è una cosa incredibilmente soddisfacente e che vogliamo continuare a fare. I contro? Che è tantissimo lavoro, e ancora ho gli incubi a pensare a tutte le trascrizioni che ho dovuto fare per ogni strumento!», ride, «scherzi a parte, i colori che un'orchestra può dare a un progetto come il nostro sono tantissimi. La formazione del trio ha i suoi limiti, il che può essere sia un pregio sia un difetto. Nel senso che si escogitano soluzioni sonore diverse (e originali) per superarli ma resta il fatto che il potenziale armonico di una formazione sinfonica è semplicemente ineguagliabile».
Sul palco dell'Auditorio, il trio porterà brani del repertorio «espansi» e due pezzi inediti composti ad hoc. Ci saranno anche i visuals che accompagnano i Nova nelle loro esibizioni all'interno dei planetari di Svizzera ed Europa: «Saranno interattivi, nel senso che reagiranno alla musica, grazie all'intervento del nostro tecnico luci e visual artst», continua.
Quali progetti nel futuro della band? «Tanti concerti quest'anno, forse anche una tournée in Ucraina – che è in ballo da anni ma abbiamo sempre dovuto posticipare a causa della guerra – e poi nel 2026 il nuovo album», conclude.