Cerca e trova immobili
LOCARNO

Al rave party per drogarti? «È un pregiudizio, più casini al bar di paese»

Per Dose «quella del rave è cultura da rispettare». Il rapper di Quartino affronta il tema con ironia nel suo nuovo singolo "0.2 Crystal".
Al rave party per drogarti? «È un pregiudizio, più casini al bar di paese»
Dose
Al rave party per drogarti? «È un pregiudizio, più casini al bar di paese»
Per Dose «quella del rave è cultura da rispettare». Il rapper di Quartino affronta il tema con ironia nel suo nuovo singolo "0.2 Crystal".

GAMBAROGNO - Al rave party per consumare alcol e droga. Un «pregiudizio» che non convince il rapper ticinese Devid Nicolò, in arte Dose, che all'argomento dedica il suo nuovo pezzo «molto elettronico».

«Quella del rave è una cultura da rispettare, una realtà che c'è ovunque, dove è più accettata e dove meno». Lo spiega l'artista di Quartino, classe 1997, che poi aggiunge: «In Ticino è più liberalizzato: so che oggi ci sono molte più feste ed è un argomento che ormai non suscita più tanto scalpore».

Dose, con il tuo nuovo singolo "0.2 Crystal", uscito lo scorso 29 novembre, affronti il tema con un punto di vista differente.

«A mio parere, bisogna sensibilizzare di più le persone. Il "vai a rave per drogarti" è un pregiudizio. Io ci sono andato quando avevo 16-18 anni, il più delle volte non mi sono mai drogato. E poi a un rave non ho mai sentito di risse o di grosse problematiche, se non quelle legate agli abusi di alcol e droghe. Capitano invece più casini in un semplice bar di paese».

Da qui la scelta di raccontare la dimensione rave con ironia?

«Il brano è nato non dall'esigenza di trattare l’argomento in sé ma dalla collaborazione in amicizia con Doob, che è uno dei produttori. Siamo amici da anni, lui fa questa "musica da rave" e spesso ci confrontavamo. Io non sono molto di questo genere, come del resto lui non è molto da rap, dato che la sua musica con l'hip hop c'entra poco».

Allora cos'ha fatto scattare la scintilla?

«Ho voluto semplicemente provare. Ho scritto il testo sopra il suo scheletro di base, cominciando a metterci su un free style e testi vicini a quei ritmi. Strano ma mi ci trovavo bene e così ho pensato all’argomento. E mi son detto: "è pregiudizio comune che con questa musica la gente si droga". Perché dunque non provare a far qualcosa per spiegare questa realtà, affrontando il tema in modo ironico, con leggerezza».

Sai che potresti attirare su di te delle critiche?

«Il mio resta un brano. Racconto qualcosa di attuale e interpreto un ruolo che poi non per forza è qualcosa di reale».

Del resto anche "0.2 Crystal" sembra sfuggire a una definizione.

«Voglio vedere anche io come lo classificheranno ora che è uscito. Ci sono vari stili che non sono propriamente dell'hip hop. L'ho fatto sentire a tante persone che sono nell'ambito musicale da anni e non sanno trovare un paragone, sembra una cosa mai sentita. Ma diciamo che è un rap veloce con rime e Goa da rave, roba molto elettronica».

Nella copertina dell'album ti si vede alle prese con alcune dipendenze, provocazione o cosa?
«È il mio modo di essere. Quando affronti un tema già di per sé esagerato penso sia meglio esagerare le cose al massimo, per far capire che il tema è quello. Non voglio nascondermi: è un brano che parla dei rave, ci ho messo la faccia e ora vediamo che cosa succede».

Potremo vederti in concerto?

«Momentaneamente no, ho avuto offerte in Italia ma ho preferito aspettare questo brano. Tutti i progetti fin qui sono stati messi da parte per vedere come va questo singolo e per valutarmi poi come artista live».

In questo senso, hai un modello di riferimento?

«No, mi ispiro il meno possibile a livello di stile. Cerco l'attualità nella cronaca di tutti i giorni o in cose che accadono nella scena hip hop italiana ma non ho un artista di riferimento».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE