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Una bicicletta per 800 ebrei

L'epopea di Gino Bartali "il giusto" rivive in un film animato, in programma mercoledì a Castellinaria
Una bicicletta per 800 ebrei
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Una bicicletta per 800 ebrei
L'epopea di Gino Bartali "il giusto" rivive in un film animato, in programma mercoledì a Castellinaria

GIUBIASCO - «Il bene lo si fa e basta». Sono le parole di Gino Bartali che, insieme al giovane ciclista israeliano David, è protagonista del film di animazione "La bicicletta di Bartali". Sì, perché la 37esima edizione di Castellinaria Festival del cinema parla anche il linguaggio dei cartoon, per ricordarci che «senza solidarietà lo sport non serve a nulla».

E lo fa con una storia animata, intrecciata a doppio filo con quella epica di Gino "Ginettaccio" Bartali (1914 - 2000). Una vita, quella del campione toscano, carica di infinita generosità. Valore che, insieme a una dignità d'altri tempi, non è mai sbiadita, nemmeno tra epiche vittorie sportive e dolorosissime tragedie, come quelle della guerra e della morte (1936) del fratello più piccolo, Giulio, investito da un'auto durante una gara di ciclismo.

Perché ad accompagnare la vita del grande Gino - umiltà, saggezza e volontà di ferro - c'è sempre lei: la bicicletta, con la quale il fiorentino vinse le competizioni più importanti, tra queste tre Giri d'Italia e due Tour de France negli anni tra il '36 e il '48, quando il ciclismo era leggenda.

I documenti nascosti nel telaio della bici - Ma con la sua amata due ruote - inizialmente mezzo di trasporto per recarsi a scuola - Gino, tra il 1943 e il 1944, realizzò un'altra impresa eroica, riassunta nel film di animazione. Quella di salvare la vita a 800 ebrei, trasportando, durante i suoi allenamenti tra Assisi e Firenze («dieci ore ad andare, dieci a tornare»), documenti falsi nascosti all'interno del telaio della bici, per creare false identità che consentissero ai perseguitati di raggiungere Genova e poi di imbarcarsi per il Sud America. Allontanando così lo spettro dei rastrellamenti nazisti. Un atto di generosità che valse a "Ginettaccio" il titolo di Giusto tra le nazioni, conferitogli postumo dall'Ente nazionale per la Memoria della Shoah dello Stato di Israele.

Attorno a questo esempio di coraggio e altruismo, il regista Enrico Paoloantonio ha costruito - da un’idea del regista Israel Cesare Moscati scritta insieme a Marco Beretta - "La bicicletta di Bartali", il lungometraggio animato che prova a superare il conflitto ebraico palestinese, nella vita come nello sport, partendo proprio dalla passione per la due ruote, quella appartenuta a Gino Bartali e custodita gelosamente dal nonno del giovane protagonista del cartoon.

«Chi salva una vita salva il mondo intero» - La vicenda animata è ambientata a Gerusalemme, 60 anni dopo i fatti eroici del biennio 1943-44. Il protagonista è appunto David, un giovane ciclista ebreo che, aiutato dal suo saggio nonno novantenne e attraverso il sacrificio e la sofferenza che lo sport porta con sé, riuscirà a instaurare un rapporto di rispetto e fratellanza con Ibrahim, coetaneo arabo, anche lui ciclista.

I due, sconfitto il pregiudizio iniziale, si alleneranno insieme utilizzando la vecchia e pesante bici del campione per tentare di vincere la corsa "Gerusalemme junior" e aggiudicarsi così l'ambito premio: un viaggio in Italia. Ed è proprio da qui che il nonno di David rievoca la vita e le gesta eroiche del campione dei campioni, che aveva conosciuto in Toscana e che non ha mai dimenticato, perché «chi salva una vita salva il mondo intero».

La voce di Gino Bartali è affidata all’attore Tullio Solenghi mentre la canzone di chiusura è scritta e interpretata da Noa («non esiste un unico vincitore ma un'unica anima che ci unisce»). Proiezione prevista per mercoledì 20 novembre (Mercato Coperto, ore 20.30) Per info, programma e acquisto biglietti clicca qui.

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