Jane Campion questa sera riceverà il Pardo d'Onore Manor
LOCARNO - Jane Campion è l'ultima grande ospite della 77esima edizione del Locarno Film Festival. La grande regista neozelandese, che riceverà questa sera il Pardo d'Onore Manor, è abbastanza abituata a ricevere prestigiosi riconoscimenti: la sua bacheca vanta due Oscar, altrettanti Golden Globes e Palme d'oro, e così via.
La prima vittoria risale al 1986: vinse a Cannes con il cortometraggio "Peel" ed «è stato molto traumatico. Ci sono stati diversi errori tecnici. I sottotitoli uscivano dallo schermo in uno dei film, rendendoli praticamente illeggibili. È stato…beh è stato piuttosto terribile!». Invece fu un successo che aprì a Campion le porte del Cinema con la maiuscola. «Potevo cominciare a pensare a un lungometraggio vero e proprio», ha spiegato a Leonardo Goi nell'intervista pubblicata sul sito del Locarno Film Festival.
Campion non si è dedicata fin da subito alla Settima arte. Ha studiato antropologia e poi ha studiato arte. È stato fondamentale per me, è che il vedere è un linguaggio visivo in sé e che ero molto all’antica nella mia idea di cosa è l’arte. Pensavo che avrei semplicemente imitato quello che stavano facendo i miei artisti preferiti, non avevo capito che avrei dovuto trovare la mia voce. Dipingere mi ha insegnato a essere molto attenta alle atmosfere». Negli anni della scuola ha iniziato a sperimentare con i cortometraggi. «Mi sono innamorata del cinema mentre ero a Londra, lì non conoscevo molte persone e mi sentivo molto sola. Andavo a vedere film in continuazione, erano loro a tenermi compagnia».
Come lavora Campion con gli attori? «Una volta ero molto più rigida, ora lavoro con attori a cui piace avere più libertà e hanno molto da contribuire. Per me la difficoltà risiede in questo scambio continuo tra me e loro. Ho dovuto imparare a godermi il momento, ma mi preparo sempre con largo anticipo così che posso lasciarmi coinvolgere da quanto accadrà quel giorno. Quando cominciano a percepire il personaggio dentro di loro, è un momento davvero speciale».
In Piazza Grande verrà proiettato uno dei grandi classici della sua fimografia: "The Piano". «Penso che sia stato uno shock per le persone. Non lo è stato per me, o per i miei collaboratori, o per le persone artistiche che frequentavo, sai? Ma per le persone al di fuori di questa cerchia vedere la rappresentazione di un desiderio femminile che insiste su sé stesso è stato sorprendente. Ancora oggi ha un che di coraggioso».