A Locarno77 è chiamato ad esprimersi sul lavoro dei colleghi. Lo sta facendo, assicura, con «grande rispetto»
LOCARNO - Luca Marinelli è al Locarno Film Festival, ma non in qualità d'interprete e protagonista di uno dei film della kermesse. Questa volta è "dall'altra parte" della barricata: è uno dei membri della giuria del Concorso internazionale. Dovrà quindi giudicare i colleghi e i registi, valutando le qualità artistiche delle opere in concorso dalla sua prospettiva personale e forte dell'esperienza accumulata in questi anni.
«Stavo appunto guardando la lista dei film in concorso e a giudicare dalle immagini che li accompagnano a me già piacciono tutti». Ma l'attore-giurato non deve guardare solo quell'aspetto della rappresentazione: «Per me è essenziale partire dal presupposto di un grande rispetto per il film stesso, perché ogni film è un'opera che richiede grandi sforzi a tante persone e per questo deve essere valutata con considerazione».
Intervistato da Maria Giovanna Vagenas per la rivista ufficiale del Pardo, Marinelli ha spiegato come si avvicina ai ruoli che dovrà interpretare. «È come una specie di colpo di fulmine; m'innamoro della storia, del personaggio e da quel momento in poi comincio un po' a vedere tutto in quella direzione. Pian piano comincio a cibarmi di tutte le informazioni che posso trovare. Amo lavorare di fantasia e pensare ad ogni elemento del personaggio. Mi piace stare con il o la costumista, lavorare sul costume e poi creare l'aspetto del mio personaggio con il trucco e i capelli. Sono molto felice quando posso dire anche la mia».
Tra gli attori cita come fonti d'ispirazione Anna Magnani, Silvana Mangano, Marlon Brando e Massimo Troisi, mentre tra i colleghi spicca in particolare la collaborazione, finora in due film ("Non essere cattivo" di Claudio Caligari e "Le otto montagne" di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch) con Alessandro Borghi. Parlando del film di Caligari Marinelli ricorda che «ci siamo ritrovati attori in quest'opera straordinaria che ci ha unito tantissimo, creando fra di noi un legame profondo che in quel momento serviva, diciamo, per il film ma che poi il film ci ha donato per la vita. Alessandro ed io stiamo bene assieme. Abbiamo una grande sintonia e sul set, non ci facciamo tanti pensieri».