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LOCARNO FILM FESTIVALIl talento di attrice di Jacob, che nasce con la musica

09.08.24 - 09:59
L'infanzia in Svizzera, gli studi a Ginevra e poi la rivelazione con "La doppia vita di Veronica" per la vincitrice del Leopard Club Award
Locarno Film Festival / Ti-Press
Fonte Maria Giovanna Vagenas, Locarno Film Festival
Il talento di attrice di Jacob, che nasce con la musica
L'infanzia in Svizzera, gli studi a Ginevra e poi la rivelazione con "La doppia vita di Veronica" per la vincitrice del Leopard Club Award

LOCARNO - Il Leopard Club Award di Locarno77 va a un'artista che è quasi limitativo definire poliedrica: Irène Jacob è attrice, musicista diplomata al conservatorio di Ginevra, cantante, scrittrice, autrice di opere teatrali e così via. Dopo "La doppia vita di Veronica" di Krzysztof Kieślowski (con il premio a Cannes nel 1991) la proiettò nel firmamento della recitazione mondiale.

La sua collaborazione con il regista polacco è un dettaglio fondamentale della sua carriera. «Quando giro il mondo per lavoro – che sia cinema o teatro, che sia Città del Messico, Rio de Janeiro o Tokyo – mi viene spesso chiesto di presentare questo film o "Tre colori: Film rosso". Kieślowski amava girare facendo poche riprese ma con molte angolature diverse, e gli piaceva molto il montaggio, per cui i suoi film venivano essenzialmente costruiti in sede di montaggio. Sul set sapeva ascoltare tutti e riunire e organizzare le varie proposte in un’unica straordinaria partitura». Il lavoro su questi due film, ha aggiunto Jacob, «mi ha lasciato un'impronta profonda, forse proprio per la sensibilità straordinaria con cui sapeva illustrare il mistero degli esseri umani e quello della vita stessa».

Anche la musica è stata fondamentale. Il suo primo ruolo, nel classico "Arrivederci ragazzi" di Louis Malle, è giunto grazie alla sua capacità di suonare il pianoforte. «Ne "La doppia vita di Veronica" interpretavo una cantante e ho dovuto prendere delle lezioni di canto per preparami a questo ruolo. Nel corso degli anni, mi sono state offerte varie parti in opere liriche come in "Perséphone" di Igor Stravinsky o in "Giovanna d’Arco al rogo" di Arthur Honegger, o dei ruoli di attrice in opere in cui la musica rivestiva un ruolo importante. Mi piace lavorare con la musica ogni volta che se ne presenta l’occasione, che sia in teatro o al cinema. In questo momento mi esibisco con la cantante-musicista Keren Ann in una piéce teatrale intitolata "Où est-tu?" che raccoglie poesie, canzoni e storie scritte da noi due».

Il cinema, confessa Jacob, non era nei suoi pensieri da bambina. «Non andavo né al cinema né a teatro e a casa non avevamo la televisione. Mio padre era fisico e lavorava al CERN, per cui sono cresciuta in Svizzera vicino al laboratorio. Mia madre era psicologa e amava la musica. In casa non avevamo un background teatrale, ma ci piaceva leggere prosa e poesia. Da piccola mi piaceva recitare dei testi ad alta voce e, alle feste di famiglia, imitare vari membri della mia famiglia, come per esempio mia nonna. Recitavo sempre, come sanno fare i bambini. Far parte di una storia e raccontare una storia mi ha sempre affascinato. Da adolescente sono entrata in un gruppo teatrale dove creavamo i nostri spettacoli; in seguito mi è stato offerto un lavoro alla televisione svizzera. Poi, quando ho compiuto 18 anni, sono andata a Parigi per frequentare la scuola nazionale di teatro, La Rue Blanche».

Nel corso della sua carriera Jacob ha potuto lavorare con grandissimi cineasti: il già citato Kieślowski, ma anche Michelangelo Antonioni, Theo Angelopoulos. «Spesso mi si chiede: “Con quale regista ti piacerebbe lavorare?”. Potrei citare vari registi con cui mi piacerebbe collaborare, come i fratelli Dardenne, per esempio, fatto sta che non ho mai lavorato con nessuno di loro. Non avrei mai immaginato di potere lavorare con Louis Malle, Krysztof Kieślowski, Antonioni, Amos Gitai o Rithy Panh», registi dei suoi lavori più recenti. «Continuo a chiedermi: “Come è successo? Perché?” Davvero non lo so».

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