Il grande sound designer sarà omaggiato con il Vision Award Ticinomoda e sarà protagonista anche della prima serata del Prefestival
LOCARNO - Mercoledì 14 agosto il Locarno Film Festival renderà omaggio a Ben Burtt consegnando al grande sound designer e montatore il Vision Award Ticinomoda. Il giorno successivo Burtt parteciperà a un incontro con il pubblico al Forum @Spazio Cinema, in quello che - ha confidato a 20 Minuten - sarà il suo primo viaggio in terra elvetica.
Ma ci sarà modo di ammirare la sua maestria già durante il primo appuntamento di Prefestival, ovvero la proiezione di "E.T. l'extra-terrestre" di domenica 4 agosto alle 21.15 in Piazza Grande. Burtt vinse l'Oscar per il suo lavoro nel film diretto da Steven Spielberg. Un giusto riconoscimento per un professionista della Settima arte, che ha creato suoni leggendari. Eppure quelli come lui sono «invisibili», spiega a 20 Minuten. «Ci vediamo come maghi sullo sfondo».
Dai razzi spaziali a Star Wars - Il 76enne attraversa il mondo in modo diverso dalla maggior parte delle persone, perché conosce il suono di cose che non esistono nemmeno. Burtt usa i suoni per dare vita a personaggi come il robottino Wall-E o a oggetti come le spade laser. Una fascinazione per il cosmo e la tecnologia che si possono spiegare facilmente: in origine voleva perseguire una carriera di fisico nell'ambito dei viaggi spaziali. Ma poi il regista George Lucas lo chiamò e lo assunse per il primo film della saga di "Guerre Stellari".
Un suono per un concetto - Il sound designer spiega a lungo da dove trae le sue idee. «Le persone associano i suoni» a determinate caratteristiche, «io gioco con questo», dice Burtt. Sembra semplice quando spiega come ha creato il suono delle astronavi: «Gli aerei da combattimento della Seconda Guerra Mondiale hanno un ronzio così potente che la gente lo associa all'energia. Ho rallentato molto il suono e il pubblico di "Guerre Stellari" ha comunque percepito inconsciamente l'energia».
Orecchie sempre aperte - Fin dall'inizio della sua carriera, il due volte premio Oscar ha sempre portato con sé un dispositivo di registrazione per raccogliere il maggior numero di suoni possibile. Burtt cammina deliberatamente senza cuffie, perché non vuole perdersi nemmeno un suono. Ascolta con attenzione anche dove altri non colgono nulla. «Ho usato il suono di una porta scorrevole dal suono strano per fare da colonna sonora al portello di un'astronave, per esempio». Nulla sfugge alla sua curiosità, che si tratti di insetti, treni o piante: tutto ciò che emette un suono vale la pena di essere registrato. Burt dispone di una libreria di circa 1000 suoni, che ha impiegato per progetti eterogenei come i film sullo spazio (fiction o documentari) a "I predatori dell'arca perduta", il primo leggendario Indiana Jones. «Noi umani prestiamo troppa poca attenzione ai suoni», dice.
Il suono di Heidi - Burtt ne presterà sicuramente quando, una volta arrivato all'aeroporto di Zurigo, salirà a bordo dello Skymetro e sentirà l'animazione sonora a tema Svizzera, tra corni delle Alpi, yodel, mucche e campanacci. «Non vedo l'ora di sentire il suono di Heidi. Deve essere dolce» scherza Burtt.