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ITALIAMarco Baldini: «Mai stato uno scommettitore, persi soldi perché dentro la malavita»

21.11.22 - 18:00
Il deejay confessa di aver inventato la storia del gioco d’azzardo per giustificare i suoi debiti
Imago/ItalyPhotoPress
Marco Baldini: «Mai stato uno scommettitore, persi soldi perché dentro la malavita»
Il deejay confessa di aver inventato la storia del gioco d’azzardo per giustificare i suoi debiti

Per anni Marco Baldini ha raccontato la sua storia di lacrime e disperazione legata al gioco d’azzardo: dj di successo presso Radio Deejay, poi personaggio televisivo, Baldini per anni ha sostenuto di aver dovuto fronteggiare i debiti accumulati a causa del suo vizio di scommettitore. Tutto falso. Intervistato dal podcast di Luca Casadei, Baldini ha confessato di essersi inventato tutto, tranne il fatto di aver perso una fortuna: la causa, però, non fu il gioco d’azzardo, ma la vicinanza ad ambienti malavitosi.

Dopo aver messo da parte un po’ di soldi grazie al lavoro nel mondo dello spettacolo, Baldini decise d'investire nel settore immobiliare, guidato dai suggerimenti di alcuni personaggi di cui, però, non sapeva molto.

«Comincio a guadagnare cifre esorbitanti grazie ad alcune persone che mi propongo degli affari immobiliari sicuri e legali - dice Baldini -. La prima volta investo 100 milioni e me ne entrano 140 in poco tempo e va avanti così per circa due anni. Un giorno mi dicono che hanno bisogno d'investire una cifra più importante per realizzare un complesso immobiliare di case di lusso. Mi consulto con il mio avvocato e commercialista e punto tutto, quasi due miliardi di lire».

L’affare, però, si rivela un boomerang: «È intervenuta la Guardia di Finanza. Poco dopo vengo a sapere che queste persone sono state arrestate, perché riciclavano denaro della malavita. Avevo perso tutto e a quel punto mi sono inventato la storia del gioco d’azzardo per giustificare agli inquirenti quelle ingenti entrate e uscite di denaro dal mio conto».

La storia del Baldini in preda al gioco d’azzardo, dunque, era interamente fasulla: «Non sono mai stato un vizioso né un giocatore compulsivo, o comunque non sono nato così, ho dovuto dimostrare di esserlo per difendermi da cose molto più gravi».

«È stata una copertura per non incorrere in guai peggiori - continua -, non sono cose che si possono ancora raccontare, tutto quello che mi è successo è colpa mia, è partito tutto da un errore».

La vicinanza agli ambienti malavitosi lo ha anche portato a un passo dall’essere ammazzato: «Ero dentro la malavita e ho contattato la persona più pericolosa di Milano. Avevo delle marche da bollo da 3 miliardi e dovevo smerciarle per guadagnarci 300 milioni. Ma le marche da bollo erano false e così mi portarono in un campo e mi dissero di scavare una buca perché gli avevo mancato di rispetto, pensavano che li avessi fregati, ma sono riuscito a convincerli che ero in buona fede, che ero stato truffato anche io».

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