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ITALIAGabriel Garko: «Mio padre mi disse che non capiva il mio successo»

04.11.22 - 10:30
L’attore ha raccontato un episodio riguardante la fama e la sua famiglia
IMAGO / ZUMA Wire
Gabriel Garko: «Mio padre mi disse che non capiva il mio successo»
L’attore ha raccontato un episodio riguardante la fama e la sua famiglia

ROMA - Meno lavoro, più attenzione alla sua vita privata. Gabriel Garko ha deciso di dare una svolta alla sua vita e dedicare maggiore tempo e attenzione a sé stesso, dopo una carriera ormai trentennale che gli ha dato grandi soddisfazioni. Così, dopo la partecipazione al “Grande Fratello”, l’attore si è preso una pausa, ma continua a essere tampinato dai fan, soprattutto di sesso femminile. Al Corriere della Sera ha raccontato un episodio particolare avvenuto qualche tempo fa.

«Devo ammettere che succede spesso di trovare qualcuno fuori da casa mia - ha dichiarato Garko -. Qualche sera fa stavo rientrando e ho visto questa donna biondissima, con abiti vistosi, proprio all’ingresso. Così ho tirato dritto e ho chiamato la polizia ma lei agli agenti ha detto questo, che era Marilyn Monroe». Per difendere il suo successo, Garko ha scelto di seguire la “regola della Nutella”: “se la mangi una volta a settimana ti piacerà per tutta la vita, se finisci un barattolo in un colpo non la vuoi più vedere. L’esposizione va saputa dosare e io sono stato molto esposto”.

A proposito di successo, dovuto in parte al suo fascino, l’attore ha anche confessato di non essere mai stato “capito” in famiglia, dai suoi genitori. «(La bellezza) a casa mia non è mai stato un tema, i miei genitori non me lo hanno mai detto - ha detto l’attore - . E anche dopo il successo, per loro restavo quello di prima. A volte ci rimanevo anche male, perché magari nemmeno avevano visto un mio film, una mia serie. Ma poi ho capito che consideravano il mio come un lavoro, che peraltro a me piaceva ma a loro no. Più che altro erano orgogliosi che avessi realizzato un mio sogno. Ricordo una volta in cui ero con loro e si era creata la folla attorno a noi, tanto da dover scappare dal retro di un negozio. Mio padre mi disse: ‘Mah, io proprio non capisco cosa ci trovi la gente in te… sarà che ti vedo da quando sei piccolo…’».

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