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IL CASOBenzina, fiammiferi e miliardi (in fumo): Kanye, che combini?

26.10.22 - 16:00
Non solo Adidas. La lista di brand e compagnie che hanno scaricato il rapper dopo le sue affermazioni è sempre più lunga
AFP
Benzina, fiammiferi e miliardi (in fumo): Kanye, che combini?
Non solo Adidas. La lista di brand e compagnie che hanno scaricato il rapper dopo le sue affermazioni è sempre più lunga

LOS ANGELES - Kanye Omari West, formalmente Ye, e la sua inesauribile tanica di benzina. Il rapper - barra produttore, barra imprenditore, barra designer - sembra aver completato la trasformazione del suo core business, ri-orientando tutte le energie verso una sola attività: dare fuoco a tutti i ponti che collegano le province del suo (fino a ora) vasto impero. E con ottimi, se così si può dire, risultati. 

Le ultime 48 ore sono state particolarmente intense. Alla decisione di Adidas (che era nell'aria) di recidere, con effetto immediato, la partnership a nove zeri griffata Yeezy sull'onda dell'ennesima raffica di esternazioni caustiche del rapper - questa volta su sfondo antisemita e suprematista -, si sono sommati anche gli annunciati addii di Jaylen Brown e Aaron Donald, rispettivamente cestista dei Boston Celtics e difensore dei Los Angeles Rams, dal roster della sua agenzia Donda Sports. Si parla di due atleti top di gamma, con salari da 25 e 30 milioni di dollari l'anno. Mentre il colpo di forbici del colosso delle "tre strisce" costerà allo stesso, secondo le stime, qualcosa come 250 milioni di dollari nel breve periodo. Ma la faccia, non si discute, vale molto di più. Per gli altri almeno.

Kanye però non sembra preoccuparsene. Una dichiarazione. Un tweet. Una scritta su una t-shirt. Un post su Instagram. Una sfuriata catturata in video. Ogni suo gesto è un fiammifero acceso e lanciato. E così l'incendio si allarga. E i ponti bruciati sono sempre di più. Le catene Gap e Foot Locker hanno deciso di rimuovere ogni articolo legato ai brand della galassia Yeezy dai propri punti vendita. Il marchio Balenciaga, diventato negli ultimi anni un caposaldo nei guardaroba della scena Hip Hop d'alta sartoria, gli ha voltato le spalle solo pochi giorni fa.

E così hanno fatto anche Vogue; l'agenzia CAA; lo studio di produzione MRC, che ha cancellato la pubblicazione di un documentario già bello che pronto con Ye, senza mandargliele a dire - «Kanye è un produttore e campionatore di musica. E la scorsa settimana ha campionato e remixato una classica melodia, rimasta in classifica per oltre 3'000 anni, la menzogna che il popolo ebreo sia malvagio e cospiri per avere il controllo del mondo per il proprio guadagno»; e persino gli avvocati che si stanno occupando del suo divorzio. Senza dimenticare le briglie dei social, i suoi poligoni di tiro preferiti. Instagram prima e Twitter poi.

La carriera da "incendiario" compulsivo non poteva non avere pesanti ripercussioni anche sui conti correnti di Kanye. La rivista Forbes è stata velocissima nel fare i calcoli in tasca a West, decurtando il suo status di quello zero finale che, sulla carta, fa la differenza tra ricchi e ricchissimi: «Billionaire No More». Perché le fiamme che hanno incenerito il contratto con Adidas hanno fatto piombare la sua fortuna da una quota di quasi due miliardi di dollari - che lui ha in ogni caso sempre considerato essere sottostimata - a "soli" 400 milioni.

Come un domino autodistruttivo. Un tentativo sconsiderato (quanto indecifrabile) di attentare a sé stessi. Cancel culture allo specchio; perché il bianchetto lo tiene in mano lui. E quindi viene da chiederselo: Kanye, ma cosa stai combinando? Come si dice in questi casi, affaire à suivre.

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