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ITALIA«Bud Spencer era mio padre»

28.06.22 - 21:00
La 46enne Carlotta Rossi ha chiesto il riconoscimento di paternità e un risarcimento agli eredi
IMAGO / Jörn Haufe
«Bud Spencer era mio padre»
La 46enne Carlotta Rossi ha chiesto il riconoscimento di paternità e un risarcimento agli eredi

ROMA - È stata per anni in silenzio, ma ora Carlotta Rossi - 46enne producer italiana che vive a Londra - ha deciso di parlare: «Bud Spencer era mio padre», ha raccontato la donna, che ha spiegato di essere figlia illegittima dell’attore scomparso ormai sei anni fa. La Rossi, che su suo padre sta scrivendo anche un libro, ha chiesto il riconoscimento della paternità in tribunale e un risarcimento ai figli di Bud Spencer «per il danno subito per la sostanziale mancanza della figura paterna nell'intero arco della vita». La donna ha raccontato ai media italiani di ricordare le visite del padre a lei e alla madre, Giovanna Michelina Rossi, e che lei lo chiamava «Lallo e non papà».

«Di mio padre non avevo il numero privato, era sempre lui a chiamarci - ha detto al Corriere della Sera -. Avevo solo il fisso dell'ufficio, dove rispondeva la segretaria». Quando aveva 13 anni la Rossi ha scoperto la vera famiglia dell’attore, composta da moglie e tre figli. E sulle motivazioni del suo “coming out”, la Rossi ha dichiarato che, semplicemente, non s’è più sentita vincolata alla promessa fatta alla madre, scomparsa nel 2015, un anno prima di Bud Spencer. zNon c'è un motivo per cui ho deciso adesso di avanzare le mie richieste in Tribunale e di raccontare in un libro il grande amore che ha legato mia madre a mio padre - ha detto -. Oggi sono pronta, prima no. Mi sento affrancata dalla promessa fatta a mia madre, mancata il 9 novembre 2015, che non avrei mai detto a nessuno chi era mio padre. Quando mamma è morta ho telefonato a Giuseppe Pedersoli, il suo primogenito, di cui mi ero procurata il cellulare perché lavoriamo nello stesso ambiente. La telefonata è durata 30 secondi, il minimo indispensabile. Gli ho detto chi fossi e che avevo bisogno di avvisare Carlo. Non l'ho mai più sentito».

Uno dei momenti più difficile da vivere da figlia illegittima è stata la morte dell’attore. «Mi sarebbe piaciuto andare al funerale, ma poi non avrei potuto salutarlo come avrei voluto. Così sono andata soltanto in Campidoglio, ho fatto la fila come tutti, accanto a ragazzi che avevano tatuato il suo nome e quello di Terence Hill sul braccio. Sono passata davanti alla salma, un cordone bordeaux separava 'noi' dalla famiglia legittima. Io ero una spettatrice».    

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