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STATI UNITI / GIAMAICA40 anni senza Bob Marley

11.05.21 - 09:30
La musica e il messaggio dell'artista giamaicano sono sempre attuali
KEYSTONE
Bob Marley moriva 40 anni fa.
Bob Marley moriva 40 anni fa.
Fonte Ats Ans
40 anni senza Bob Marley
La musica e il messaggio dell'artista giamaicano sono sempre attuali

MIAMI - Si racconta che le sue ultime parole rivolte al figlio Ziggy furono: «Il denaro non può comprare la vita». Bob Marley morì la mattina dell'11 maggio 1981 al Cedar of Lebanon Hospital di Miami. Il cancro non gli aveva permesso di rivedere per la sua Giamaica.

Il decorso era stato purtroppo velocissimo: aveva avuto un collasso nel corso di un tour a Central Park e dopo un drammatico ricovero in una clinica di Monaco di Baviera, specializzata in malattie terminali, aveva deciso di tornare a casa. Ma le sue condizioni peggiorarono in volo e così fu costretto a trascorrere le sue ultime ore nell'ospedale di Miami.

Aveva solo 36 anni. Anche a 40 anni di distanza dalla sua morte così prematura, l'icona di Bob Marley continua a irradiare la sua potenza. Basti pensare che, in onore della sua sfrenata passione per il calcio, l'Ajax, la leggendaria squadra di Amsterdam i cui tifosi da anni usano "Three Little Birds" come inno, nella prossima stagione utilizzerà una terza maglia speciale decorata in suo onore con i colori della bandiera della Giamaica.

Sotto molti aspetti "Tuff Gong", il soprannome che si era guadagnato nelle strade di Trenchtown, il ghetto di Kingston la capitale e maggiore città giamaicana dove era cresciuto, è una figura unica nella storia musicale e non solo del '900: figlio di un padre bianco e di una ragazza nera, da "mezzo sangue" discriminato è diventato un leader politico e spirituale per la Giamaica, è stato la prima superstar della musica del Terzo mondo, è difficile trovare nelle cronache della musica popolare un personaggio che sia riuscito a trasmettere un simile messaggio di fratellanza e di pace, a rendere così chiara la capacità trascendente di un concerto.

Marley ha compiuto con il reggae un'operazione paragonabile all'opera di evoluzione e "popolarizzazione" svolta dai Beatles sul pop: per essere brevi il mondo ha scoperto e ha imparato ad amare il Reggae grazie a lui, alla sua abilità nel fonderlo con altre musiche, alla sua straordinaria capacità di renderlo un linguaggio universale e immediatamente comprensibile a tutti. E ancora attualissimo, visto che i suoi dischi, che coprono un arco temporale che va dal 1965, esordio con i Wailers, al 1980, continuano a finire in classifica a ogni ristampa.

Una vicenda così non può essere spiegata soltanto con argomenti musicali: è chiaro che Bob Marley ha compiuto con il Reggae un'opera di allargamento dei confini di genere arricchendolo di echi soul e pop, ma al di là del suo talento artistico e dei musicisti che suonavano e collaboravano con lui, era la sua personalità di leader naturale a fare la differenza, rendendolo davvero un artista che aveva una missione dove una profonda religiosità, era un convinto Rastafari, si sposava con un'altrettanto profonda coscienza politica in una piccola isola devastata dalla povertà e dalla violenza tipiche di quei Paesi che sono formalmente indipendenti ma che in realtà rimangono prigionieri delle regole del più cinico colonialismo.

Questo impegno rischiò di costargli la vita nel 1976, quando già i suoi brani erano in testa alle classifiche di mezzo mondo, in un attentato in cui lui riportò ferite lievi ma sua moglie Rita e il suo manager furono colpiti in modo grave. Dopo un breve periodo a Londra, due anni dopo e proprio grazie a Marley, andò in scena "One Love Peace Concert", un evento organizzato per tentare di porre fine a una guerra civile di fatto tra i sostenitori dei due principali partiti, il Jamaica's Labour Party e il People's National Party, culminato con i due leader nemici sul palco convinti proprio da Marley a stringersi la mano.

In quella musica apparentemente semplice, scandita dal ritmo in levare e da una ritmica che vive di un gioco di spazi tra la batteria e le linee di basso, c'è un altrove che l'ha resa un linguaggio universale, che quasi per osmosi ha stabilito un contatto tra i suoni del Sud del mondo ma al tempo stesso ha messo radici profonde nella musica degli anni a venire, dalle operazioni più sofisticate ai prodotti commerciali.

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