Lo chef è rimasto coinvolto in una vicenda di false fatturazioni con al centro il suo commercialista
MILANO - Lo chef e personaggio televisivo Alessandro Borghese è indagato dalla procura di Milano per una vicenda di false fatturazioni. Anche la moglie del 44enne è stata destinataria di un avviso di garanzia.
Intervistato dal Corriere della Sera, Borghese nega ogni suo coinvolgimento nella vicenda e spiega di essere lui stesso una vittima. «Mai avrei pensato un giorno di raccontare di esser stato fregato da un parente, uno della mia famiglia. E invece...». Il presunto responsabile dell'illecito sul quale indaga la procura milanese è il suo commercialista, una persona a lui molto vicina. «L’ho conosciuto quando mi sono fidanzato con mia moglie nel 2009. Me l’ha presentato lei e lui ha cominciato a seguirmi come commercialista sin da quando ho fondato la società». Il rapporto di fiducia era massimo: «Stiamo parlando di uno con cui passavo tutti i weekend, le vacanze al mare, le feste comandate... Mi fidavo di lui come di me stesso. E lui era rassicurante: “Alessandro non ti preoccupare, ti faccio i bonifici io”. A me andava bene: faccio il cuoco, non capisco nulla di conti. Infatti non lo controllavo» spiega il 44enne.
Poi qualche sospetto si è fatto largo: «Ho iniziato a vedere che mancavano piccole cifre dal mio conto personale. Ma non potevo mai immaginare che fosse stato lui: prendeva uno stipendio di 5mila euro al mese. Certo, avevo visto che il suo tenore di vita era cresciuto». Durante il lockdown Borghese ha fatto dei controlli e «ho capito che si stava fregando i miei soldi». A questo punto c'è stato un confronto diretto. «Si è messo a piangere dicendo che ne aveva avuto bisogno ma che pensava di ridarmeli. L’ho cacciato e gli ho intimato di restituirmi tutto facendogli firmare anche una cambiale, perché non sapevo più con chi avevo a che fare».
La cifra in questione si aggira intorno ai 200mila euro, «soldi che ha finito di ridarmi tre settimane fa, credo vendendo un immobile. E per me il discorso era chiuso. Non gli ho più rivolto la parola. I rapporti in famiglia sono distrutti, oramai». Per questo motivo l'avviso di garanzia è stato visto da Borghese come «un fulmine a ciel sereno. La Guardia di Finanza è venuta a casa nostra cercando documenti che non avevamo e che erano presso di lui o del socio del suo vecchio studio. Pare siano coinvolti in una brutta vicenda di false fatturazioni. Spero che le indagini puntino a capire se io ne sapessi qualcosa. Ma io ero completamente all’oscuro e lo dimostrerò. Ecco perché sono inc...o: questa bastardata fatta alle spalle mie e di mia moglie, può distruggere una vita di onesto lavoro».