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Renato Torre e il nuovo singolo nato durante il lockdown

LUGANORenato Torre e il nuovo singolo nato durante il lockdown

10.11.20 - 06:30
"Siamo vicini" parla dell'amore al tempo della pandemia. Una sorta di Romeo e Giulietta in versione 2020
Renato Torre
Renato Torre e il nuovo singolo nato durante il lockdown
"Siamo vicini" parla dell'amore al tempo della pandemia. Una sorta di Romeo e Giulietta in versione 2020

LUGANO - Venerdì è uscito “Siamo vicini”, il nuovo singolo di Renato Torre. Durante l’intervista il ventenne luganese ci ha parlato anche del suo rapporto con il periodo della pandemia, che ha ispirato il brano e fatto nascere altri tre singoli. 

Parliamo del nuovo singolo “Siamo vicini”...
«Sono contento di essere uscito con questo brano, dopo un anno. Da gennaio ho lavorato a tante produzioni. È il primo di quattro singoli di un EP che uscirà quest’anno». 

Come è nato il brano?
«Era una mattina di maggio. Mi ricordo che ero frustrato ed arrabbiato per la situazione legata alla pandemia, e di conseguenza per quella scolastica, dato che avrei dovuto affrontare gli esami di maturità. Le emozioni che fino a quel momento avevo accumulato erano molte e confuse dall’inizio della quarantena, ma quel giorno, ricevuta la notizia dell’annullamento degli esami di maturità, riuscii a metterle facilmente su carta, dando vita al singolo. Ho preso un foglio di carta e una matita e ho scritto “Siamo vicini” in 20 minuti. È un brano sincero, semplice e descrittivo».

Il brano parla di questa situazione? 
«Sì, narra la storia di un ragazzo che nonostante la pandemia crede ancora che ci sia tanta speranza, sia per il suo futuro che a livello umano, per ritornare a vivere come prima, e stare vicini. Racconta la storia di due ragazzi innamorati che a causa del lockdown sono stati costretti a cambiare le loro abitudini, finché il telegiornale non annuncia che è possibile rivedere i famosi “congiunti”. Il ragazzo allora prende la bicicletta e corre da lei. Una sorta di Romeo e Giulietta in versione 2020».  

C’è qualcosa di autobiografico? 
«Sì, c’è un po’ di me nella storia del brano. Spesso nei miei pezzi prendo delle immagini, delle emozioni che ho vissuto, e le unisco. Ero partito dal ritornello “Con te affacciata dalla terrazza / io sotto in bici alle dieci e mezza”, che continuava a frullarmi in testa. Poi con la notizia dell’annullamento degli esami di maturità il resto del testo è arrivato da solo». 

Come hai vissuto il lockdown in primavera?
«Ero confuso e pieno di dubbi, anche sul mio futuro, dato che stavo finendo il liceo. Avevo diversi brani pronti, dovevo fare dei provini musicali, ed era tutto fermo. Ma sono riuscito a trovare la forza dalle canzoni che scrivevo durante il lockdown. In questo modo sono riuscito a vedere la pandemia come un motivo in più per darsi da fare, concentrandosi magari su aspetti diversi, e al tempo stesso liberarsi di tutta quella frenesia che c’era prima del lockdown. È un periodo che mi ha aiutato a migliorarmi non solo come artista ma anche come persona. Anche in relazione alla musica: come scrivere, come comporre. Se bisogna trovare un lato positivo in questa situazione, ho capito che dobbiamo goderci i momenti di libertà. Incontrare gli amici non è più scontato, così come salire su un palco, cantare davanti ad un pubblico». 

E ora? 
«Sono piuttosto arrabbiato, ma trovo la forza riascoltando il brano “Siamo vicini”, perché credo in ogni parola che ho scritto. Mi sembra il momento giusto per pubblicarlo, e spero che questa canzone possa dare le stesse emozioni anche alle altre persone, speranza compresa». 

Hai diretto anche il videoclip. Com’è andata? 
«Sì, è stata una bella esperienza. Abbiamo girato le scene ad inizio settembre, quando la situazione sembrava essere più tranquilla. Ho deciso di optare per un video didascalico, come se fosse una trasposizione cinematografica delle parole del brano».

Progetti per il futuro?
«Sto studiando Biologia all’università, ed entro un anno usciranno altri tre singoli, nati sempre durante il lockdown nel mio studio a casa».

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