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LOCARNOIl corto (ticinese) che ha convinto il Pardo e Werner Herzog

14.07.20 - 06:30
Si intitola "Grigio. Terra bruciata", realizzato dal regista Ben Donateo, ed è stato selezionato per i "Pardi di domani"
Ben Donateo - foto di Martina Squadrito
Il corto (ticinese) che ha convinto il Pardo e Werner Herzog
Si intitola "Grigio. Terra bruciata", realizzato dal regista Ben Donateo, ed è stato selezionato per i "Pardi di domani"

LOCARNO - Dal Ticino alla Calabria, per poi tornare nel nostro cantone - direzione Locarno - e ripartire alla volta dell'Amazzonia. Possiamo riassumere così il percorso con cui il giovane regista Ben Donateo è stato selezionato fra i "Pardi di domani", con il suo cortometraggio "Grigio. Terra Bruciata" che parteciperà al concorso nazionale in occasione del prossimo Festival di Locarno, in versione "ridotta" a causa della pandemia di coronavirus.

Girato nella piccola frazione di Filippa, in provincia di Crotone, il corto non solo ha convinto Lili Hinstin, direttrice artistica del Festival che ha annunciato ieri i 43 titoli in concorso, ma anche Werner Herzog, figura leggendaria del grande schermo, tra i massimi cineasti viventi. «Il progetto che mi ha portato a Locarno mi condurrà anche in Colombia», ci spiega Donateo.

Il cortometraggio si è infatti "trasformato" in un biglietto per il Sudamerica, nel luogo in cui fu girato il celebre "Fitzcarraldo", per realizzare un film con gli indigeni amazzoni al fianco del cineasta tedesco, in partnership con "La Selva Ecosistema Creatiu".

Un "documentario romantico" - "Grigio. Terra bruciata", realizzato a colori, è stato inviato come lavoro di portfolio in esclusiva proprio per Herzog. «L’intento è stato quello di raccontare uno spaccato di vita di un villaggio del sud Italia. Letteralmente una finestra su un luogo vicino, ma che sembra distante. Quasi di un altro mondo; popolato da anziani immersi in un contesto dove la natura pare inghiottire, letteralmente, il passaggio dell’uomo sulla terra».

In parole più semplici, possiamo definirlo un «racconto documentaristico in chiave romantica», la cui scintilla si sprigiona da un immaginario locale per poi espandersi su tematiche più universali. Come «una finestra sul nostro presente, sul nostro passato e sul nostro futuro». E il titolo? «È letterale e metaforico - ci spiega -. Il fuoco nel film brucia realmente la terra esattamente come l’uomo, nel corso degli anni, l’ha distrutta».

Dal Ticino... al Ticino - "Grigio. Terra bruciata" è però anche un tassello che va ad aggiungersi al fermento artistico che il Ticino sta vivendo in questi anni. «Ci sono tanti nomi. Giovani come Enea Zucchetti e Tommaso Donati (Berlinale Talents 2020), già conosciuti dal Locarno Film Festival. Ma anche altri artisti, come Francesco Bernasconi (Sir Taki). Anche lui fa parte della mia generazione. Ed è una situazione resa possibile grazie a persone come Erik Bernasconi, che ci hanno tracciato la strada».

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