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BREGGIA«Ecco perché, nonostante i bocconi amari, torno a Sanremo»

22.01.20 - 06:01
Rita Pavone al Festival della canzone italiana, sempre avaro di soddisfazioni per lei, dopo 48 anni di assenza. Sul palco porterà “Niente (Resilenza 74)”, brano scritto dal figlio
© Locarno Film Festival, Massimo Pedrazzini
Rita Pavone al Pardo nel 2014
Rita Pavone al Pardo nel 2014
«Ecco perché, nonostante i bocconi amari, torno a Sanremo»
Rita Pavone al Festival della canzone italiana, sempre avaro di soddisfazioni per lei, dopo 48 anni di assenza. Sul palco porterà “Niente (Resilenza 74)”, brano scritto dal figlio

LATTECALDO (BREGGIA) – Sanremo non le ha mai regalato tante soddisfazioni. Anzi. Sono stati tanti i bocconi amari che Rita Pavone ha dovuto ingoiare a causa del Festival della canzone italiana. Eppure, a 48 anni dalla sua ultima apparizione sul palco dell’Ariston, la 74enne piemontese, da tempo residente in Svizzera, a Lattecaldo, comune di Breggia, ci riprova. Con il brano “Niente (Resilienza 74)”. 

Rita, Sanremo non le ha mai dato tante gioie. Eppure dal 4 all’8 febbraio lei sarà in gara nella 70esima edizione del Festival. 
Ci sono stata tre volte in totale, a Sanremo. Nelle prime due occasioni su volontà di altri e con canzoni in cui non mi identificavo. Nel 1972, invece, portai “Amici mai”, uno splendido brano, e venni eliminata subito. Fosse stata diversa la formula di quel periodo, sarebbe andata meglio.  

Negli anni ’90, inoltre, lei ha bussato più volte alle porte del Festival. Invano.
Era l’era di Pippo Baudo. Mandavo i miei brani e venivo scartata. Le cose erano chiare, alla fine mi sono detta: chi non mi vuole, non mi merita. Ho avuto, in compenso, tanto successo all’estero. 

Perché allora provarci di nuovo col Festival?
«Perché mio figlio Giorgio Merk, un giorno, mi ha sottoposto un testo che mi ha convinta. Ho pensato che, avendo la possibilità di farmi sentire sull’arco di cinque serate, questo brano potesse essere apprezzato. Allora mi sono rifatta avanti. E stavolta mi hanno presa».   

Che tipo di Rita Pavone vedremo sul palco?
«Contemporanea. Il tempo mi ha segnata in alcune cose. Non nella voce e nella grinta. Ho una vocalità e un’energia che non appartengono a una donna di 74 anni. Canterò un brano rock moderno».

Si parla già di album…
«Non è proprio esatto. Dopo Sanremo uscirà un cofanetto molto intrigante che aprirà gli occhi a molti. Con brani non inediti che, però, saranno inediti». 

Di cosa parla il testo di “Niente (Resilienza 74”)?
«La cifra 74 fa riferimento alla mia età. Il testo, invece, fa riferimento ai momenti difficili che appartengono a tutti. Nella vita bisogna sapere resistere agli urti, ai traumi». 

Un’autobiografia?
«Di batoste ne ho avute tante. E ho sempre “tirato la carretta”. Però questo è un brano in cui si può identificare chiunque».

Il Corriere della Sera, che ha avuto la possibilità di ascoltare in anteprima i brani del Festival, le ha dato un voto basso: solo 4,5 su 10. Se l’è presa?
«No. Non mi importa. Se è per questo, altri critici vanno in giro a dire che salirò sul podio. E poi certi giornalisti tirano sempre fuori la storia di Gianburrasca. Mi sono un po’ stufata e quindi mi faccio scivolare via le cose».

Gianburrasca è il soprannome con cui la chiamano in tanti…
«Non sono Gianburrasca. È un personaggio che ho interpretato in televisione. Ma tutto si è fermato lì. Semplicemente sono un’artista versatile, credibile in ogni cosa che fa». 

A proposito di credibilità, la sua esperienza sui social network si è chiusa di recente in malo modo. 
«Io ai social ho detto addio. Ogni parola che scrivevo veniva strumentalizzata. Ti sto sulle scatole? Mi sta bene. Però non farne un gioco politico. Il mondo dei social va avanti così. Purtroppo non ci sono arrivata prima. Meglio tardi che mai».

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