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AGNOL'ultimo Sebalter prima della "trasformazione"

28.11.19 - 06:01
Il concerto di sabato sera al Temus Club segnerà la fine di un capitolo nella storia artistica del musicista
TEMUS CLUB
Sebalter terrà sabato 30 novembre al Temus Club l'ultimo concerto con la sua formazione "classica".
Sebalter terrà sabato 30 novembre al Temus Club l'ultimo concerto con la sua formazione "classica".
L'ultimo Sebalter prima della "trasformazione"
Il concerto di sabato sera al Temus Club segnerà la fine di un capitolo nella storia artistica del musicista

AGNO - Sabato sera il Temus Club di Agno ospiterà un evento che, nel suo piccolo, è destinato a restare nella storia della musica ticinese: sarà l'ultimo concerto del Sebalter che abbiamo conosciuto da cinque anni a questa parte, prima della "trasformazione" artistica del prossimo anno.

Sebastiano, che tipo di concerto sarà?
«Rivisiterò praticamente tutti i pezzi che ho scritto fino a ora. È la chiusura di una fase musicale e, potendo prendere tutto il tempo che voglio, getterò uno sguardo su quanto ho fatto nella mia carriera solista. Sarà un concerto molto sostenuto a livello di impatto sonoro: ci tengo a fare un po' di casino (ride, ndr). Poi sabato ci sarà il debutto del mio nuovo batterista, che è poi quello con cui sono andato all'Eurovision e che da sabato in poi torna a far parte stabilmente del mio gruppo».

Chiamerai sul palco qualche ospite particolare?
«No, nessuno. Sarà una serata tutta per noi».

Quindi da domenica possiamo considerare chiuso un capitolo della tua carriera?
«Esattamente. E a marzo se ne aprirà un altro».

Hai fatto un bilancio di com'è stata la tua esperienza di musicista folk pop?
«Il bilancio è sicuramente molto positivo e marcato da un'evoluzione costante, sia musicale ma anche a livello di sostenitori e di riscontri. Il mio progetto solista è partito con il botto, con la partecipazione all'Eurovision Song Contest nel 2014. Come qualsiasi deflagrazione c'è il boato, la nuvoletta di fumo e poi tutto va a calmarsi; nel mio caso sono molto contento di essere riuscito a scrivere nuove canzoni che sono state ben recepite, ho sempre fatto molti concerti e c'è stato un percorso in crescendo. Non era scontato, dopo un tale avvio e una carica di aspettative così elevata».

C'è stato un momento in cui hai avuto paura di non poter soddisfare le aspettative che si erano create intorno a te?
«Devo ammettere che me ne sono abbastanza fregato. Per me quella dell'Eurovision è stata una scelta musicale molto semplice: ho presentato una canzone che era proprio nelle mie corde e che è nata in modo spontaneo. Quindi le aspettative su "Hunter of Stars" non erano "artificiali": presentavo quello che amavo, che ho sempre suonato e sempre scritto. Avevo poi in cantiere l'album che ho pubblicato l'anno successivo e che era molto coerente nel suo impianto folk pop. Quindi per me la questione di non soddisfare i fan non si è posta, perché è sempre stata quella la musica che facevo, che mi ha fatto conoscere e quella era la direzione che volevo prendere».

Però hai capito che ora è il momento giusto per cambiare...
«Sì, la cesura è dettata da una scelta artistica: dopo cinque anni "ancorato" a un certo tipo di musica avevo voglia di esplorare nuove sonorità e da qui parte la genesi del terzo album, di cui avremo modo di parlare più avanti».

Che genere musicale hai scelto di esplorare?
«Sempre pop, ma più elettronico. Ho sperimentato di più con il violino elettrico in questo anno e mi è piaciuto usare lo strumento in una chiave un po' meno consono rispetto a quanto siamo abituati a vedere».

Sei soddisfatto dei primi risultati?
«Sì, credo di aver trovato la giusta strada. L'album è quasi finito: sto chiudendo due mix poi si può considerare chiuso. Ma quello che ho appena iniziato a fare è implementare i contenuti del disco con la formazione live. È sempre una sfida, quando si parla di elettronica, ma sta uscendo benissimo».

Qual è il cambiamento che salta di più agli occhi?
«Ci tenevo a sostituire i banjo e i mandolini delle precedenti canzoni con delle chitarre elettriche e sta uscendo molto bene. Abbiamo fatto la prima prova la settimana scorsa ed è stata molto convincente».

Quindi le chitarre daranno ai live un'impronta più rock?
«Più funk che rock!».

Dulcis in fundo: proporrai al Cantone una delle tue nuove canzoni, così da aggiornare la musichetta di attesa del centralino?
«(ride, ndr) Devono dirmelo loro: se vogliono cambiare, io ci sono!».

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