Sono gli spacciatori che avrebbero fornito al rapper le sostanze che portarono alla sua overdose accidentale, rischiano almeno 20 anni di carcere.
LOS ANGELES - Le tre persone arrestate nelle scorse settimane in relazione all'inchiesta sulla morte del rapper Mac Miller sono state formalmente incriminate. L'accusa è di avegli venduto le sostanze (cocaina e pillole di ossicodone "potenziato" con fentanyl) che hanno provocato il suo decesso nel settembre 2018.
Si tratta di un 36enne dell'Arizona e di un 28enne e un 46enne californiani. I tre sono accusati di cospirazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti - pratica che avrebbero portato avanti fino al momento dell'arresto, lo scorso mese di agosto - e rischiano una sentenza di minimo 20 anni in una prigione federale, che potrebbe tramutarsi nel carcere a vita senza condizionale se la giuria stabilirà che le loro azioni criminali portarono Miller alla morte.
Il musicista 26enne non sopravvisse a una overdose accidentale di sostanze: cocaina, alcol e fentanyl.