Cerca e trova immobili

LOCARNOSe girare un film su di un dirottamento aereo poi ti fa volare un po' più tranquillo

09.08.19 - 17:32
Joseph Gordon-Levitt è a Locarno per presentare il suo thriller ad alta quota “7500” che verrà proiettato questa sera, venerdì, in piazza
Locarno Film Festival
Se girare un film su di un dirottamento aereo poi ti fa volare un po' più tranquillo
Joseph Gordon-Levitt è a Locarno per presentare il suo thriller ad alta quota “7500” che verrà proiettato questa sera, venerdì, in piazza

LOCARNO – Il nome, Joseph Gordon-Levitt, non a tutti farà accendere una lampadina ma per molti basterà guardare il suo volto per capire di chi stiamo parlando.

Attore, ma anche regista, prolifico e che ha lavorato a una gran quantità di film tanto di cassetta quanto di culto, Gordon-Levitt si trova questo fine settimana al Pardo 19 per presentare il suo nuovo film “7500”, un thriller ad alta quota tutto adrenalina e diretto dall'esordiente Patrick Vollrath.

Il divo di “Inception” e “Il Cavaliere oscuro – il ritorno” interpreta un pilota, barricato nella cabina di pilotaggio durante un tentativo di dirottamento da parte di un manipolo di terroristi. Una situazione decisamente claustrofobica.

Com'è stato girare così a lungo in un contesto del genere?
Ha aiutato ad entrare nella parte ma non è stato affatto facile. Questo perché non giravamo su di un set ma dentro un aereo vero, quindi non c'era nessun trucco, era tutta realtà.
E in quei pochissimi metri quadrati non c'ero solo io, ma anche le macchine da presa! Poi con il ciak e le camere iniziavano a girare, tutto procedeva senza tagli con il copione come un trampolino da cui lanciarsi.

Decisamente diverso da quello che succede su di un set di Hollywood...
Sì, è il suo modo di fare film, ed era una cosa che non avevo mai provato prima. Per me è stata un'esperienza estremamente potente e molto umana.
Ci sono tanti film di dirottamenti aerei di Hollywood che puntano sull'aspetto spettacolare ed eroistico, noi invece volevamo che al centro ci fosse l'umanità, il realismo e la tragicità di una cosa che – al giorno d'oggi – purtroppo può capitare davvero. Senza sensazionalismi.

Come ti sei preparato per recitare in maniera realistica la parte di pilota?
Ho fatto un sacco di formazione, doveva diventare tutto naturale al 100%. Per fortuna sul set c'era un attore che era stato in passato pilota Lufthansa, ed è stato un po' il mio maestro.
Ho dovuto imparare a memoria tutte le procedure, tutte le griglie, tutti i protocolli e i codici. Doveva sembrare che fosse una cosa che facevo davvero tutti i giorni, in maniera praticamente automatica.

Lavorare a questo film ha un po' cambiato il tuo modo di volare?
Direi di sì, e non in modo negativo. Essere a conoscenza di tutte le cose che i piloti fanno prima e durante il volo ti dà sicurezza.
Ogni singola procedura è volta ad evitare un possibile rischio e deriva da un incidente capitato in passato. È una cosa abbastanza incredibile, un pilota sa spiegarti ogni cosa che fa: “Questo lo facciamo perché nel 1970 un aereo è caduto in quel posto, eccetera” è davvero incredibile.

Potresti pilotare un aereo, quindi?
Probabilmente potrei co-pilotarlo, ho fatto davvero un sacco di ore di volo simulato. Per condurre un aereo dal vero però mi sa che avrei bisogno di una mano (ride).

Sei una grande star di Hollywood, cosa ti ha convinto ad accettare di lavorare al film di un esordiente?
Proprio l'accento sull'aspetto umano ma anche il suo corto d'esordio (“Everything will be ok”) che mi è piaciuto moltissimo. Quando ho letto la sceneggiatura di “7500” ho pensato che potesse diventare una cosa davvero speciale. Una cosa di cui sono convinto è che non è importante la dimensione del film a cui lavoro, ma l'intento che c'è dietro.
Christopher Nolan, per fare un nome, ha iniziato anche lui in piccolo e una cosa che – secondo me – lo ha reso un regista di successo è il fatto che non ha mai perso di vista quel tipo di intento.
Sono sicuro che, dopo questo, Patrick Vollrath farà grandi cose.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE