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CANTONE«Oggi la musica è diventata un optional»

12.07.19 - 06:01
Con Raf e Tozzi - che si esibiranno il 28 luglio a Bellinzona, nell’ambito di Castle On Air - abbiamo parlato di musica, di mare e di… anni ‘80
FOTO LUISA CARCAVALE
Umberto Tozzi (a destra) e Raf.
Umberto Tozzi (a destra) e Raf.
«Oggi la musica è diventata un optional»
Con Raf e Tozzi - che si esibiranno il 28 luglio a Bellinzona, nell’ambito di Castle On Air - abbiamo parlato di musica, di mare e di… anni ‘80

BELLINZONA - Un rinnovato sodalizio artistico, quello tra i due cantautori italiani, suggellato sul finire del 2018 da “Come una danza”, singolo confluito successivamente nella raccolta “Raf Tozzi” (Sugar Music) piombata nei negozi poco prima di Natale. 

Un’amicizia che dura da oltre tre decenni, siglata nel 1987 da “Gente di mare”, canzone che li portò – in coppia – all'Eurovision Song Contest, aggiudicandosi il terzo posto.

Un duetto, “Gente di mare”, che è entrato di diritto nella memoria collettiva. Come le hit, del resto, che hanno collezionato individualmente nel corso del tempo: basti pensare, tra le numerose altre, a “Self Control”, “Cosa resterà degli anni ‘80”, “Ti pretendo” e “Il battito animale” di Raf, così come a “Ti amo”, “Tu”, “Stella stai” e “Gloria” di Tozzi.

A che tipo di live assisteremo a Bellinzona?

Tozzi: «L’energia che arriverà al pubblico sarà molto forte...».

Ognuno canterà anche i brani dell’altro?

Raf: «Certo, in duetto… Ci dividiamo le parti...».

Tozzi: «Abbiamo impostato il live nella maniera in cui nessuno debba mai lasciare il palco...».

Come vi siete ritrovati dopo tanti anni?

Raf: «La scintilla è (ri)scattata all’Arena di Verona nel 2017, quando Umberto stava celebrando i 40 anni di “Ti amo”: per l’occasione, con altri amici, mi invitò sul palco. Fu un’esibizione, la nostra, che dal pubblico ricevette una vera e propria ovazione: in quegli istanti capimmo che era giunto il momento di tornare a fare qualcosa insieme...».

Nel 1987 avete scritto (con Giancarlo Bigazzi) e interpretato “Gente di mare”: parliamo di quello stesso mare che oggi inghiotte costantemente decine e decine di migranti. Cosa sta accadendo all’Italia? Dove è andato a finire quel pizzico di umanità verso il prossimo che chiede aiuto?

Raf: «L’Italia si sente “invasa”. Ed è fondamentale non acutizzare quello che è già un malcontento popolare, cavalcando politicamente il fenomeno: in questo modo si rischia soltanto di peggiorare le cose. Bisognerebbe invece avere la grande capacità di gestire e distribuire bene le persone che arrivano, cercando in tutti i modi di dare loro dignità, indispensabile per un’adeguata integrazione».

Nel 1987, con “Gente di mare”, avete partecipato a Eurosong: seguite ancora la manifestazione?

Tozzi: «No… Ma guardo il Festival di Sanremo, mi piace…».

Raf: «Io non guardo nemmeno Sanremo... A me danno fastidio proprio le competizioni canore: non riesco a mettere insieme musica e gare… Non è nella mia filosofia... È vero, le ho fatte anch’io, ma perché ho dovuto accettare incondizionatamente...».

In quali condizioni di salute è oggi la musica italiana?

Tozzi: «Non ho chiamato l’avvocato... (ride) Per cui lascerei la parola a Raf…».

Raf: «È un po’ nel caos, come in tutto il mondo… Diciamo che posso apprezzare lo sforzo di alcuni nuovi cantautori, ma c’è ancora tanto lavoro da fare, proprio a livello creativo e compositivo...».

Una volta si scrivevano canzoni che sono rimaste impresse nella memoria collettiva. Da qualche anno a questa parte ho l’impressione che non capiti più… Per quale motivo, secondo voi?

Tozzi: «Chi fa musica oggi non pensa alle sette note, bensì a primeggiare. Ai nostri tempi le canzoni nascevano da un’autentica passione… Oggi non c’è più quella sete di ricerca che avevamo noi allora… La musica, di conseguenza, è diventata un optional per i giovani, non è più un faro guida...».

Cosa è rimasto degli anni ‘80? 

Raf: «Posso dirti ciò che si è perso, ossia la serenità con la quale si affrontavano le cose…». 

Prima di concludere: qual è l’oggetto più brutto, secondo voi, nato in quel decennio?

Tozzi: «Il problema è che è passato troppo tempo e faccio fatica a ricordarli… (ride)».

Raf: «D’istinto, direi il cubo di Rubik… Non l’ho mai sopportato, credo anche perché non sono mai riuscito a trovare la soluzione…».

 

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