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CANTONESul Monte Tamaro la "Motivation" di Corvo è a mille

24.06.19 - 06:01
Location in altura per il nuovo video del rapper ticinese, che ci ha parlato un po' di sé, della sua idea di musica e di quel volatile che, un giorno, soccorse e salvò
Sul Monte Tamaro la "Motivation" di Corvo è a mille
Location in altura per il nuovo video del rapper ticinese, che ci ha parlato un po' di sé, della sua idea di musica e di quel volatile che, un giorno, soccorse e salvò

LUGANO - I panorami prealpini incontaminati del Monte Tamaro fanno da sfondo al video di "Motivation", l'ultimo singolo del rapper ticinese Corvo. Abbiamo colto l'occasione della pubblicazione del videoclip (per la regia di Davide Oryon) per fare quattro chiacchiere con il 24enne luganese, all'anagrafe Ruben Sebastiani. A partire da come è spuntato il suo nome d'arte...

Perché hai scelto di chiamarti così?
«Il corvo è un animale che mi ha sempre affascinato e influenzato, a livello simbolico, mitologico e per le sue caratteristiche. Lo si considera come un portatore di sventura, eppure io mi sono sempre sentito un po' "il corvo nero": quel vivere, senza volerlo, con una sorta di disagio...».

Quindi trovi che abbia delle peculiarità che si abbinano con il tuo carattere...
«Sì, ma c'è anche un episodio. È successo che mi sono imbattuto in un corvo malconcio che non riusciva a volare: l'ho tenuto per qualche giorno, ho badato a lui e da quel momento ho deciso che il mio nome d'arte sarebbe stato Corvo».

Quando è nata la tua passione per la musica?
«10-11 anni fa ho conosciuto il rap e ho scritto le mie prime rime, ma sono un paio d'anni che canto e che mi ci metto a livello professionale».

Di cosa parla "Motivation"?
«È un brano tratto dal mio album di debutto "Farti del male", come gli altri che ho pubblicato nelle scorse settimane. Parla di "vivere la vita come dev'essere vissuta", senza pensarci troppo e buttandosi. È un invito a fare le cose come ci si sente di farle, senza seguire il modo in cui la società vorrebbe che fossero fatte. Senza voler essere banale, in due parole direi semplicemente "carpe diem"».

Il videoclip, come detto, è realizzato in collaborazione con la Monte Tamaro SA...
«Sì, abbiamo avuto la fortuna d'incontrare la società e qui voglio ringraziare Diana Cattaneo, che ci ha sponsorizzato offrendoci la possibilità di girare lì il video lo scorso 1° giugno».

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«Partiamo da "Farti del male", che arriverà a breve su Spotify. Poi ho fatto una canzone insieme a Sabrina Scoletta, che si intitola "Giovani abbastanza": penso che, nell'ambito del mio lavoro, possa essere una hit e spero potrà avere una buona rotazione radiofonica».

Qualche concerto?
«Per il momento non ne ho in programma, vedremo cosa riserverà l'estate: sono in attesa di come si evolvono gli eventi».

Con chi ti piacerebbe collaborare, tra gli altri rapper della scena ticinese?
«Da quando ho scoperto il rap ho sempre seguito i Karma Krew, quindi un pezzo con Manu D mi riuscirebbe molto, molto gradito».

Con quale artista della scena internazionale, invece, sogni di lavorare?
«Non devo neanche pensarci: Marracash. È lui la mia fonte d'ispirazione principale. Oppure, fuori dalla scena rap, direi subito Max Pezzali. Lui è un mito, il mio primo ricordo musicale sono gli 883».

Quale mestiere eserciti nella vita?
«Ho appena finito la scuola di parrucchiere e lavoro in un salone a Muralto».

Si può vivere solo di musica in Ticino?
«Senza pensarci troppo mi verrebbe da dire di no. Ma se ci s'impegna un po', se si crea una specie di "rivoluzione musicale" - sono tanti i giovani che conosco molto bravi - si può creare un buon trampolino di lancio per farsi conoscere fuori dalla realtà cantonale. Pensa a Karma Krew che ha collaborato con Gué Pequeno, Mattak con la Machete e altri... Bisognerebbe essere più spronati da chi gestisce l'offerta musicale. C'è una porta che si può aprire, secondo me».

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