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Miriana Trevisan: «Scrivere è stato un rito liberatorio»

BELLINZONAMiriana Trevisan: «Scrivere è stato un rito liberatorio»

09.05.19 - 06:01
La showgirl italiana Miriana Trevisan, ospite d’onore di Fitness Experience a Bellinzona, ci ha parlato del suo romanzo “La donna bonsai” (Baldini e Castoldi, aprile 2019)
Foto tio.ch/20 minuti/Davide Giordano
Miriana Trevisan, classe 1972.
Miriana Trevisan, classe 1972.
Miriana Trevisan: «Scrivere è stato un rito liberatorio»
La showgirl italiana Miriana Trevisan, ospite d’onore di Fitness Experience a Bellinzona, ci ha parlato del suo romanzo “La donna bonsai” (Baldini e Castoldi, aprile 2019)

BELLINZONA - Ieri pomeriggio la showgirl italiana Miriana Trevisan era a Bellinzona come ospite d’onore di Fitness Experience, l’evento organizzato dalla Tre Castelli Fitness che fino al 10 maggio combina sport e tematiche sociali grazie a una serie di workshop coordinati da medici e specialisti nel settore della salute e del benessere. I temi principali sono: esercizio come farmaco antidepressivo; obesità e cultura dell’alimentazione; la lotta ai tumori secondo l’esperienza della Lega ticinese contro il cancro.

In quest’occasione Trevisan ha presentato “La donna bonsai”, edito da Baldini e Castoldi: sebbene non sia il suo vero esordio letterario - è stato preceduto qualche anno fa da una raccolta di fiabe - è il suo primo romanzo, dai toni fortemente autobiografici. Racconta infatti le esperienze di quattro donne, attive in vario modo nel mondo della televisione, che hanno subito violenze fisiche e psicologiche.

«A scrivere questo romanzo mi ha spinto una donna, la giornalista Ilaria Bonaccorsi, che inizialmente mi chiese di redigere un articolo su Sara Tommasi che, come ricorderete, ha sofferto molto», spiega Trevisan.

«Sono storie che ho ascoltato, che ho visto e che ho vissuto - prosegue - Storie di quattro donne, totalmente diverse l’una dall’altra, che si ritrovano strette all’interno di questo vaso, il vaso di un bonsai». «Il vaso di un bonsai - precisa - in cui le radici sono costrette a non poter esprimere la potenzialità di questo albero meraviglioso: e in alcuni casi, le donne si sentono schiacciate in questo modo dalla società, purtroppo ancora così patriarcale, misogina, maschilista».

Nel libro viene denunciato questo aspetto, «senza, però, voler attaccare l’uomo». «Una sfumatura, questa, che alla fine del libro, forse, si capirà», sottolinea la showgirl.

Un libro, che, inevitabilmente, in alcuni passaggi, «mostra dei dolori molto profondi, delle cicatrici». «In Virginia - che è il nome di mia nonna -, la protagonista, c’è molto di me: scrivere è stato uno sfogo, un’elaborazione di quella sensazione di fastidio che ho avuto in alcuni istanti della mia carriera».

Un processo di scrittura a tratti comprensibilmente «doloroso» per Miriana, ma, soprattutto, spiega prima di concludere, «liberatorio».

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