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CANTONEFreaky Farm, in volo verso nuovi mondi (sonori)

06.05.19 - 06:01
Finirà in rete oggi alle 18 “Diviner”, singolo (e video) d’esordio di Freaky Farm, neonata band ticinese - tutta da scoprire -.
FOTO MARIKA BRUSORIO
Da sinistra Jonas Macullo, Christian Schwarz, Marco Kohler.
Da sinistra Jonas Macullo, Christian Schwarz, Marco Kohler.
Freaky Farm, in volo verso nuovi mondi (sonori)
Finirà in rete oggi alle 18 “Diviner”, singolo (e video) d’esordio di Freaky Farm, neonata band ticinese - tutta da scoprire -.

LUGANO - Parliamo di un gruppo, o meglio di un supergruppo, condiviso da tre “addetti ai lavori” che sulla scena musicale - in ambiti distinti - si muovono già da qualche tempo. Nelle fila della band difatti troviamo  Christian Schwarz (voce, testi) - che all’inizio del Millennio ha dato vita a Zodiac Project e, una decina di anni più tardi, a Soundvision -, così come Marco Kohler (batteria, programming) e Jonas Macullo (tastiere, produzione).

Con “Diviner”, Schwarz, Kohler & Macullo portano l’ascoltatore dentro ammalianti sonorità sintetiche che, in video, si traducono, fotogramma dopo fotogramma, in meraviglie della natura.

Christian, come ha preso forma il progetto?

«Un progetto è una dimensione che si concretizza, spesso è un processo inconscio che attende solo la scintilla adatta per far sì che la luce si faccia strada, è una collisione di mondi che genera vita; in questo caso è l'incontro e la condivisione di una grande amicizia che con semplicità e complicità sta dando vita a esseri speciali e peculiari: i nostri pezzi».

Da dove la scelta del nome?

«Il nome simboleggia “la community”. Siamo una comunità, impegnata in un lavoro che coinvolge diversi elementi, per lo più appartenenti a un concetto naturale, primordiale, vegetale, karmico. Tutto questo cerchiamo di tradurlo in versi, suoni, musica e immagini. Però questa non è una comunità ordinaria, bensì stramba, insolita. L'elemento assurdo lo trovo molto adatto, mi riconosco e mi ci specchio, amo tutto ciò che è inquietante, fuggo da sempre dalla normalità, è lei a spaventarmi. La fantasia, la creatività, l'idea, sono elementi che possono vivere solo se diamo loro il concime che necessitano, e fortunatamente la nostra serra ne è piena. Tante piccole talee stanno radicando».

Come tradurresti “Diviner” in italiano?

«Questi sono i termini che amo, termini che possono essere interpretati in molteplici modi, come la lettura dei segni. Non dobbiamo chiuderci in una scatola passando il tempo a misurarne gli angoli perché ci danno sicurezza, è esattamente il contrario: ne veniamo consumati, lo puoi notare chiaramente osservando quotidianamente la società umana. Dobbiamo aprire i canali e lasciare fluire le cose, il divinatore e il rabdomante lo sanno fare molto bene, non si pongono razionalmente il perché fanno quel che fanno: lo fanno e basta».

Vuoi entrare nel dettaglio dei versi, delle strofe?

«Non entro mai in questo esercizio di stile, lo trovo povero e fine a sé stesso. Nella vita ordinaria, il numero delle storie “vere”, quelle con un inizio, uno svolgimento e un epilogo, va da zero a zero. Se sei in grado di dare - in questo caso a chi ascolta i versi che scrivo - elementi emotivi, universali, stimolanti, interpretabili ad personam, sarà l'ascoltatore a raccontarsi una storia. Non lo trovi straordinario? È questo che voglio fare con Freaky Farm».

Che vuoi dirmi invece della struttura musicale del pezzo?

«È  molto umano voler spiegare tutto; ma è proprio quello che non è spiegabile e invisibile a rendere eccitante la vita: e io prediligo questo aspetto, anche nella musica».

Al suo interno risuona uno straordinario synth-pop: da chi o da dove provengono le maggiori influenze musicali?

«Non citerò nomi, stili, movimenti o epoche musicali. La cosa non mi interessa. Ti dirò di più, in questo periodo sto ascoltando pochissima musica, sto rigenerando mente, orecchie e padiglioni auricolari. Mi concentro su quello che stiamo creando e ti assicuro che funziona, quello che esce è quello che hai dentro senza filtri o condizionamenti. Posso solo dirti una cosa: la mattina quando mi alzo mi trovo spontaneamente a guardare verso nord... “I'm a northern soul…”».

Raccontami della realizzazione del video, messa a punto con l’utilizzo di un drone…

«Inizierei con una domanda: perché scegliere una spiaggia tropicale quando il paradiso è in casa nostra? La Svizzera è un paese bellissimo che forse varrebbe la pena conoscere meglio. Rappresentare montagne, vallate, fiumi e laghi significa rendere loro omaggio, contemplare la magia di madre natura senza turbarla, accettandone l’imprevedibilità e riflettendo sul rapporto - se ce n’è ancora uno - che lega noi umani civilizzati ad essa. Il videoclip rispecchia il carattere “sostenibile” di Freaky Farm e il volo ne esalta lo spirito libero e aperto verso mondi da scoprire, forse già là in fondo, oltre l’orizzonte di quelle fantastiche montagne svizzere».

E delle registrazioni del brano, che vuoi dirmi?

«Si sono svolte un po' a casa mia, nel mio home lab, il resto da Jonas, nel suo Jdm Studio che fortunatamente dispone di tutto quello che ci permette di lavorare e finalizzare il prodotto sino al missaggio, mentre la masterizzazione è stata curata da Naïche Barbaglia a Ginevra, persona di fiducia con la quale collaboro da una decina d'anni».

Immagino che “Diviner” anticipi un album o un ep…  

«Evidentemente l'album è in cantiere, ma non uscirà prima che termini il processo di lancio dei singoli, che abbiamo pianificato in un arco temporale di parecchi mesi. “Diviner” è il primo, ne seguiranno altri cinque. Oltre al lato discografico, per di più, c'è da settare quello organizzativo: con il tempo vorrei cedere a terzi aspetti - come promozione e management - che mi pesa seguire. Nel contempo, la ricerca di un’etichetta è “on the way”: stiamo valutando diverse opportunità».

Quando prevedi l’uscita dei prossimi singoli?

«“Diviner” farà il suo lavoro da qui a fine agosto, pensiamo si adatti particolarmente bene al periodo estivo. Ai primi di settembre uscirà “Biokarma”, altro pezzo sul quale puntiamo molto. A novembre verrà seguito da “Godlike”, il nostro piccolo bambino difficile».

Possiamo aspettarci a breve anche un primo live della band?

«Attendi l'inatteso e prima o poi accadrà. Quando il processo di lancio sarà ultimato sarà cosa naturale tradurlo in esibizioni dal vivo, dimensione nella quale ho voglia di immergermi nuovamente… Voglio essere un buon frontman per la mia band... “Keep cool, more to come…”».

 

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