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CANTONEDentro il mondo (onirico) di Toffolo & Co.

18.03.19 - 06:01
A tu per tu con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, tra i maggiori esponenti della scena musicale indipendente italiana degli ultimi 25 anni
Foto Magliocchetti Lombi
I Tre Allegri Ragazzi Morti: da sinistra Enrico Molteni, Davide Toffolo, Luca Masseroni.
I Tre Allegri Ragazzi Morti: da sinistra Enrico Molteni, Davide Toffolo, Luca Masseroni.
Dentro il mondo (onirico) di Toffolo & Co.
A tu per tu con Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, tra i maggiori esponenti della scena musicale indipendente italiana degli ultimi 25 anni

LUGANO - Reduce dalla realizzazione del nono album - “Sindacato dei sogni” (La Tempesta Dischi, 25 gennaio 2019), il combo pordenonese - condiviso da Toffolo (voce, chitarra), Enrico Molteni (basso) e Luca Masseroni (batteria) - si appresta il disco in dimensione live anche al pubblico ticinese: nell’ambito della rassegna Raclette, il prossimo 30 marzo alle 21.30, ad ospitare il gruppo sarà lo Studio Foce di Lugano.

Un disco, “Sindacato dei sogni”, suddiviso in undici tracce, da cui trasuda psichedelia, psichedelia allo stato puro, anche nelle sue innumerevoli varianti, declinazioni ed evoluzioni: un’ammaliante realtà onirica.

Davide, raccontami la genesi di questo nuovo album…

«Diciamo che non è stata una genesi immediata, simultanea. C’è voluto del tempo. Come sai, sono passati tre anni da “Inumani” (La Tempesta Dischi, 2016), l’album precedente. Alcune cose sono arrivate prima, altre durante le registrazioni… Posso dire che, rispetto ad altri, è un disco condiviso: il materiale, per dire, è confluito tutto in un unico posto, ossia all’Outside Inside Studio di Montebelluna (Treviso) e, nel corso di quattro sessioni, ha preso forma. Sono molto contento del risultato: credo sia uno dei nostri album più forti, più riusciti, degli ultimi anni».

So che l’Outside Inside - fondato e guidato dall’ex Mojomatics Matteo Bordin - offre l’opportunità di registrare in analogico…

«Non abbiamo inciso su nastro, anche se in realtà avremmo potuto, perché, alla fine, non abbiamo editato quasi nulla. Comunque, quello studio ha un suono suo molto specifico. E nella scelta di realizzarlo con Matt, avevamo sperato che il rapporto tra noi e lui sarebbe potuto fiorire. Ed è ciò che è accaduto».

Foto Magliocchetti Lombi

Per cui, il vestito definitivo delle undici canzoni è stato ricamato all’interno di quelle mura?

«Non abbiamo fatto molta pre-produzione per questi brani: normalmente, i pezzi dei Tre Allegri Ragazzi Morti li scrivo io, poi, quando ci troviamo, diventano veri. In questo caso, invece, sono stati messi in gioco i desideri di tutti: Enrico, ad esempio, ha portato i suoi ascolti legati a un certo tipo di psichedelia anni Ottanta, io gli embrioni dei pezzi con le linee vocali…».

Foto Magliocchetti Lombi

Per cui è Enrico ad avere indirizzato il disco verso il paisley underground, omaggiando i Dream Syndacate già nel titolo?

«Come ti dicevo, in questo disco c’è una maggiore condivisione delle scelte. Ed Enrico quella scena l’ha seguita e la segue tuttora in maniera molto particolare. Anche il titolo, che generalmente propongo io, questa volta ha preso forma da una sua idea…».

Foto Magliocchetti Lombi

E tu, quando, esattamente, sei entrato in contatto con quel tipo di sonorità?

«Beh, sono vecchio… (ride) Posso dire che quegli ascolti li ho fatti “in diretta” nei primi anni Ottanta... Inoltre, in quel periodo la scena indipendente pordenonese ha sempre avuto un contatto privilegiato con i protagonisti del paisley underground, e in particolare con i Dream Syndacate...».

Foto Magliocchetti Lombi

Quali gli altri gruppi che possono avere modellato le sonorità di questo nuovo disco?

«Proprio in questi termini, su Spotify abbiamo allestito una playlist dal titolo “Aspettando il Sindacato dei sogni”, che riassume i nostri ascolti effettuati nel corso della realizzazione dell’album: le “mie” sono le cose più krautrock, come Neu! e Can...».

Torniamo a Pordenone nei primi anni Ottanta: all’epoca militavi nei Futuritmi… Come ricordi quel periodo?

«Molto lontano. Quasi traumatico. Se i Tre Allegri Ragazzi Morti sono nati, sono nati anche in contrapposizione a quell’esperienza adolescenziale e post-adolescenziale. Ma non rinnego nulla: grazie a ciò che ho imparato, ho capito che si potevano realizzare progetti di un certo tipo anche nella provincia più estrema…».

Perché parli di contrapposizione?

«I Futuritmi, come sai, erano parte del movimento The Great Complotto. Un movimento che aveva un’identità molto forte, da cui serviva un’emancipazione. Un’emancipazione che per me è arrivata con i Tre Allegri Ragazzi Morti».

La tua attività di fumettista scorre parallela a quella di musicista… Su cosa ti stai focalizzando in questi giorni?

«Ho appena finito di fare due tavolette per Linus che usciranno ad aprile. Tra poco inizierò a mettere insieme un po’ di disegni da raccogliere in un nuovo libro...».

Che rapporto hai con Lugano?

«Nei nostri confronti c'è un grande affetto... E questo mi rende molto felice… Prossimamente, comunque, passerò ancora più spesso alle vostre latitudini: a Lugano vive un mio caro amico, Nahuel Martinez, ossia la mia spalla dentro un’altra follia, l’Istituto Italiano di Cumbia».

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