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CANTONE«Le donne sanno risolvere...e salvano posti di lavoro»

19.02.19 - 06:01
Ridere, ridere, ridere ancora. Dove e quando? Con Debora Villa Al Palacongressi di Lugano, domenica 24 febbraio alle 20.30.
«Le donne sanno risolvere...e salvano posti di lavoro»
Ridere, ridere, ridere ancora. Dove e quando? Con Debora Villa Al Palacongressi di Lugano, domenica 24 febbraio alle 20.30.

LUGANO - Già, perché in scena approderà un'attrice, una comica, capace di farci sbellicare ininterrottamente dalle risate. Parliamo di Debora Villa, che da anni entra nelle nostre case attraversando il piccolo schermo: per tanto tempo ha vestito i panni di Patti nella serie tv “Camera Café”, mentre dal palcoscenico di “Zelig” e successivamente da quello di “Colorado” (solo per citare un paio di programmi a cui ha preso parte) ha sciorinato battute a raffica.

A Lugano la vedremo impegnata ne “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”, spettacolo - tratto dall’omonimo bestseller di John Gray (Ed. Tea, 1992) - finora, per inciso, portato a teatro soltanto in versione maschile.

Debora, sei la prima donna a lavorare sul testo di Gray…

John Gray è un consulente matrimoniale molto in gamba e anche molto simpatico, nel senso che con molta leggerezza - e non per questo perdendo in autorevolezza - affronta le varie dinamiche della coppia. A lui va dato effettivamente il grandissimo merito di avere sdoganato il concetto di unione, e non quello di separazione: attraverso l’analisi delle reciproche diversità, si arriva a un livello di conoscenza superiore e, di conseguenza, anche alla fase di reinnamoramento: giungi, per cui, a capire l’altro, che non fa le cose per farti un dispetto, ma semplicemente perché la sua natura è diversa dalla tua… Un giorno, poi, ho pensato: “Lo spettacolo è sempre stato portato in scena da uomini… Perché non realizzare una versione femminile, messa a punto con contenuti che ho vissuto all’interno del mio excursus psicoanalitico di coppia?”. Alla fine, cinquant’anni li ho vissuti, per cui cose da raccontare ne ho tante...

Come prima donna, ti senti addosso una certa responsabilità?

(ride) No, assolutamente. Non sono mica lì a pontificare… Avevo semplicemente voglia di dire la mia, perché, comunque, nel modo di esprimersi degli uomini c’è sempre quella propensione a traghettare il discorso a sfavore delle donne...

Vuoi dire che tu sarai imparziale? Difficile da credere…

Le proporzione è al 50 e 50. Nei termini che bacchetterò tanto gli uomini, quanto bacchetterò le donne. Ho bilanciato tutto alla perfezione. Cosa che non viene fatta nelle versioni maschili, poiché gli uomini lavorano sempre al 70 e 30.

Quando e come hai optato per questa scelta?

Circa un anno fa, dopo avere visto la versione di Paolo Migone.

Partiamo dai tuoi inizi: difficile, immagino, come donna, farsi strada in un mondo prevalentemente maschile, quello della comicità...

Beh, certo, ho fatto molta fatica. Il mondo, in termini generali, comunque, è declinato al maschile. Lo dico proprio con serenità, perché i dati non mi smentiscono: basta dare un’occhiata ai gap salariali e di ruolo. Ma è anche vero che quando le donne arrivano, spesso e volentieri risolvono: con un modo diverso di approcciarsi alle cose, sfruttando le risorse ancora a disposizione, hanno risollevato sorti di aziende, salvando anche molti posti di lavoro...

Chi sono i tuoi attori di riferimento?

Il mio maestro è Paolo Rossi: sul palco è un gigante. Ammiro molto anche Enrico Bertolino, un affabulatore colto e intelligente, così come Diego Abatantuono, un attore straordinario, nonché una persona generosissima e simpaticissima.

Prima di concludere: che tipo di rapporto hai con la Svizzera italiana?

Bellissimo, per questo motivo torno sempre alle vostre latitudini molto volentieri.

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