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INTERVISTASi può prendere in giro la Bibbia? «Sì!», parola di Oblivion

05.02.19 - 06:01
Arriva a Lugano il gruppo teatrale più simpaticamente dissacrante dello spettacolo italiano. Porteranno in scena la Bibbia riveduta e scorretta. Ecco come ci sono riusciti
Si può prendere in giro la Bibbia? «Sì!», parola di Oblivion
Arriva a Lugano il gruppo teatrale più simpaticamente dissacrante dello spettacolo italiano. Porteranno in scena la Bibbia riveduta e scorretta. Ecco come ci sono riusciti

LUGANO -  Talento. Genialità, Ironia.  Sono questi gli ingredienti di un gruppo teatrale come gli Oblivion. Cinque ragazzi specializzati in parodie musicali che spopolano sulla rete (celebri sono quelle de I promessi sposi in 10 minuti, l’Inferno di Dante, Pinocchio). Ora ci provano con il testo più importante della storia dell’umanità: la Bibbia. Riveduta e scorretta, alla loro maniera. Porteranno lo spettacolo al LAC venerdì  prossimo 8 febbraio. È Francesca Folloni, una delle due ragazze del gruppo, a spiegarci come si arriva a prendere in giro il libro dei libri.

«Perché siamo sostanzialmente dei matti. Ci piacciono le sfide.  I tre uomini del gruppo hanno avuto un’educazione molto parrocchiale. Tutti e tre sono stati chierichetti. Quindi conoscevano molto bene il materiale biblico. Hanno atteso anni per potersi vendicare. Noi due donne invece abbiamo avuto un’educazione un po’ più atea».

 E come vi siete vendicati?

Dato che Caino era un agricoltore e Abele un pastore, abbiamo creato il PaternosterChef, una specie di puntata alla Masterchef in cui Caino e Abele devono dimostrare al Signore cosa sono in grado di fare con le verdure e con la carne. Il tutto si svolge in un contesto storico realmente accaduto, è ambientato infatti nel 1455 a Magonza, nel periodo in cui Gutenberg inventò la stampa. A quel punto si presenta Dio con il suo manoscritto per far stampare il libro dei secoli. Da lì si sviluppano una serie di divertenti gag tra Dio che indica cosa vuole scrivere e Gutenberg che invece vuole cambiare la trama per renderla più attrattiva.

Mai avuto paura di offendere le persone particolarmente sensibili al valore di un testo biblico?

Certo. Ma non è mai stato il nostro obiettivo creare situazioni sgradevoli. Il materiale biblico è stato studiato molto approfonditamente, Fabio in passato è stato anche un catechista. Si prende in giro il testo ma lo si fa con cognizione di causa senza cadere nel volgare. Pensa che a Roma un biblista si è innamorato dello spettacolo. È venuto perfino in camerino a congratularsi.

E per la prima volta non usate le musiche di canzoni famose, ma brani nuovi composti da voi. Come mai?

Arriviamo tutti e cinque dall’Accademia di Musical a Bologna. Quando abbiamo creato gli Oblivion ci siamo un po’ allontanati dal musical per varie ragioni e ci siamo tuffati nel repertorio del Quartetto Cetra, abbiamo studiato il caffè chantant, il teatro canzone, Gaber, Mina, il trio Lescano. Forti di questa esperienza abbiamo deciso di tornare al nostro primo amore, ovvero il musical. Quindi Lorenzo ha scritto le musiche. È stato un lavoro enorme, davvero molto impegnativo.

La vostra popolarità è nata su Youtube. Quanto dovete a questa piattaforma?

Dobbiamo tutto. Quando nel 2009 abbiamo pubblicato il nostro video parodia dei Promessi sposi abbiamo avuto un successo incredibile. Prima non ci conosceva nessuno. Nel giro di 3 settimane le visualizzazioni errano spiccate alle stelle, e hanno iniziato a chiamarci i giornali, le radio, la tv. Da lì è partito tutto, è da Youtube che abbiamo potuto realizzare la nostra prima tournée nei teatri italiani.

Uno dei video più divertenti è il Festivalzar. Nessuno dei cantanti presi in giro si è mai offeso?

In realtà nessuno ci ha mai chiamato. Credo pero’ che la risonanza di ciò che succede in teatro non sia così grande come quando le cose accadono in tv. O forse nessuno di loro è venuto a vederci a teatro. Speriamo che non li vedano ora su Internet altrimenti ci tocca toglierli, e sarebbe un peccato.

Non avete mai fatto autocensura?

Si, avviene in fase di scrittura. La nostra fortuna è che essendo in cinque ragioniamo con cinque teste diverse e abbiamo cinque sensibilità differenti. Prima che una frase passi al vaglio viene considerata da tutti e cinque. La scrematura dunque è davvero forte. È successo invece che ci abbiano censurato. Quando siamo stati a Zelig tanti anni fa, c’era appena stato lo tsunami. Portavamo la parodia di Shakespeare, e alla fine dello spettacolo sulle note di Papaveri e papere di Nilla Pizzi, cantavamo “lo sai che i cadaveri son tanti tanti tanti..”, ci chiesero di cambiare le parole.

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