In una lettera alla BBC citano «la violazione dei diritti umani nel Paese». Tra loro Peter Gabriel e Vivienne Westwood
LONDRA - Una cinquantina di artisti britannici ha scritto una lettera aperta alla BBC chiedendo all’emittente statale di fare pressione perché l’Eurovision Song Contest non si tenga in Israele, ma in un altro Paese. Tra le motivazioni, viene citata la «sistematica violazione dei diritti umani dei palestinesi» da parte dello Stato ebraico.
«L’Eurovision sarà anche intrattenimento leggero, ma non è esente da considerazioni sui diritti umani», scrive il gruppo di cantanti, attori, scrittori tra i quali figurano il musicista Peter Gabriel e la stilista Vivienne Westwood. Tra i «crimini contro la libertà di espressione» imputati a Israele nella missiva figurano «il furto di terra, gli sfratti, le sparatorie, i pestaggi e altro». I cinquanta chiedono così alla BBC - che trasmette l’evento e fa parte dell’Unione europea di radiodiffusione (UER) che lo organizza - di «fare pressione perché l’Eurovision sia spostata» in un altro Paese.
Dopo la vittoria nell’edizione 2018 della rappresentante di Israele, Netta Barzilai, il mega evento canoro si terrà quest’anno a Tel Aviv, dal 14 al 18 maggio. Benché la scelta imposta dall'UER di non tenere il concorso in una città contesa e sensibile come Gerusalemme possa aver ridotto le tensioni intorno alla manifestazione, non mancano comunque i movimenti di boicottaggio di questa edizione.