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Limon Willis non si ferma: «Pronto per rimettermi in gioco»

CANTONELimon Willis non si ferma: «Pronto per rimettermi in gioco»

01.02.19 - 06:01
Il rapper non si siede sugli allori dopo aver aperto il concerto («da pelle d'oca») di due nomi del calibro di Stokka & MadBuddy e annuncia che sta per pubblicare nuovo materiale
Lugano Eventi / Igor Grbesic
Limon Willis non si ferma: «Pronto per rimettermi in gioco»
Il rapper non si siede sugli allori dopo aver aperto il concerto («da pelle d'oca») di due nomi del calibro di Stokka & MadBuddy e annuncia che sta per pubblicare nuovo materiale

LUGANO - Sabato scorso è successo qualcosa che Limon Willis ricorderà probabilmente a lungo: il rapper classe ‘95 ha avuto l’onore di aprire l’attesissimo concerto di Stokka & MadBuddy - due grandi della scena italiana -, che hanno dato il via proprio a Lugano al loro tour d’addio.

Partiamo ovviamente dal concerto dello Studio Foce: cosa hai provato nell'esibirti prima di artisti di questo calibro?

«Beh, è stata sicuramente una bella responsabilità: loro sono uno dei gruppi più importanti per la mia crescita personale. Era la seconda volta che li vedevo dal vivo ma la prima in cui ho realizzato appieno la potenza che hanno. È stata una bellissima occasione, che ha coinciso con la data di presentazione del mio disco. Essendo a Lugano e sold out, il pubblico era veramente “potente” a livello di atmosfera e c’è stato un bello scambio tra la platea e il palco».

Stokka & MadBuddy ti hanno detto qualcosa dopo lo show?

«Ci siamo trovati nel backstage e abbiamo parlato più che altro di loro: io, Mattak e Funky Nano (altri due noti rapper ticinesi, ndr) li abbiamo proprio bombardati di domande. Poi la situazione era bella distesa, abbiamo bevuto qualcosa e ci siamo rilassati. È stato figo, da pelle d’oca».

A fine ottobre è uscito il tuo album “Leader”: qual è il giudizio dei fan dopo tre mesi?

«Molto positivo. Anche il riscontro che sto avendo - numerico, in termini di stream su Spotify o di messaggi che ho ricevuto - è veramente bello. Il live di sabato è stato una conferma ma mi rendo conto per primo di avere ancora delle carte da giocare e dei passi da fare a livello di crescita. Sono contento che il disco sia così e di aver messo un tassello del mio percorso, da cui poi andare avanti».

Cosa t’ispira a livello musicale?

«Soprattutto i pezzi degli altri. Ascolto tantissimo rap di tutte le sfumature - dai big come Drake ed Eminem fino al “soci” che abita in Salento - e poi raccolgo una serie di elementi che mi piacciono e che riconduco all’interno del mio percorso. Vedo quali sono i dettagli che mi colpiscono e quindi li uso per creare qualcosa di mio».

E per quanto riguarda le liriche?

«Il testo è determinato dalla base che ricevo da chi mi produce. Poi mi lascio trasportare dalle sensazioni del momento, dall’atmosfera. Mi fondo sull’immediatezza, su una frase d’impatto».

Che ruolo hanno i social per un musicista contemporaneo?

«Oggi i social sono quasi importanti quanto la musica, se non di più. Vedendo le tendenze del momento c’è gente che musicalmente vale pochissimo, ma che ha un riscontro molto importante grazie a come utilizza i social. Proprio per il fatto che il rap è diventato una “super-moda” le persone vengono molto coinvolte dal personaggio, ben più che dalla musica che crea».

Tu come ti poni al riguardo?

«Mi rendo che, facendo un uso diverso dei miei social network, forse potrei raggiungere un pubblico più vasto. Però lo farei “calandomi le braghe” e non ne sarei capace. Il peccato è che chi lo fa viene comunque etichettato come musicista e questo invade un po’ il mio “giardinetto”».

Cosa ti piace e cosa non ti piace della musica che ascolti in giro?

«Mi piace tantissimo la musica d’impatto, potente, che quando l’ascolti ti sembra di ricevere un colpo in faccia e ti lascia steso. È ciò che cerco di fare anche io, con queste frasi molto provocatorio e come se ce l’avessi sempre con qualcuno. Anche se questa è una cosa che sto cercando di abbandonare perché mi rendo conto che a lungo andare può essere un po’ monotona. Non mi piace tanto il rap troppo “preso bene”, troppo colorato e “yuppi-ya-ya”, che non mi arriva».

Come giudichi la scena ticinese?

«C’è un sacco di gente che si avvicina al rap ma, per il momento, non ce la fa proprio. Mentre c’è tutta una serie di persone - molti dei quali sono tra l’altro diventati miei amici nel tempo - che sono veramente validi. Hanno creduto nella musica, hanno affinato le proprie qualità, continuando a spingere e ad andare alle serate. Trovo che qui da noi ci sia un livello molto solido: possiamo essere competitivi e stiamo ricevendo riscontri abbastanza positivi. Quindi… “Stay hungry, stay foolish” (ride, ndr)».

Su Instagram hai scritto: “Si è conclusa la “Leader Season”, ora sono pronto per nuova musica”. Puoi anticiparci qualcosa?

«Nel 2019 un disco dura veramente poco: mi rendo conto che, nonostante abbia fatto uscire un disco di 12 tracce a ottobre, il boom è già passato. È una conseguenza dell’immediatezza e della rapidità con cui tutto accade. Mi piace molto fare musica e sto cercando di sviluppare ritornelli più melodici e atmosfere che ti trasportano e ti fanno viaggiare. Ho preparato dei nuovi pezzi e mi sento pronto per rimettermi in gioco».

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