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CANTONELa magia di “Neverland”, secondo Camila

29.11.18 - 06:01
A due anni dalla pubblicazione del primo album, “A Thousand Doors”, la giovane songwriter e attrice locarnese Camila Koller ha dato alla luce un nuovo singolo, “Neverland”
La magia di “Neverland”, secondo Camila
A due anni dalla pubblicazione del primo album, “A Thousand Doors”, la giovane songwriter e attrice locarnese Camila Koller ha dato alla luce un nuovo singolo, “Neverland”

LOCARNO - Torna nel mondo del fantasy Camila. A livello musicale, questa volta, a differenza della dozzina di canzoni alt-folk oriented raccolte nel disco del 2016, sterza e prende una direzione puramente pop. Pop di ottima fattura, fresco e sincero.

Camila, dal paese delle meraviglie di Alice che ruota attorno al tuo primo album, in “Neverland” troviamo Peter Pan... Vuoi approfondire?

«Sono cresciuta guardando e riguardando i cartoni animati della Disney fino a conoscere tutte le battute a memoria, immersa nella mia montagna di libri, per lo più fantasy. La magia e gli insegnamenti di queste storie dovrebbero essere recuperati anche in età adulta, poiché è proprio in questo periodo della vita che si capiscono i significati nascosti. “Peter Pan” è stata una delle mie storie preferite; la paura di crescere (o di invecchiare) mi accompagna da sempre, e l’idea di poter volare grazie ai pensieri felici è una metafora che di tanto in tanto ci farebbe bene ricordare... Se quando ero piccola mi identificavo di più con Peter Pan, ora posso dire di sentirmi come Wendy: “quasi pronta” ad affrontare le altre tappe della crescita. In “Neverland”, infatti, mi immedesimo in questa ragazza, innamorata di Peter, ovvero dell’incarnazione della giovinezza e di tutto ciò che essa rappresenta: il gioco, i sogni, ma anche la mancanza di responsabilità e la superficialità. Per questi due ultimi motivi, lei è frustrata e sa che la scelta più saggia sarebbe quella di affrontare la crescita ma, nonostante ciò, nutre ancora la piccola speranza che un giorno potrà tornare sull’Isola che non c’è (Neverland, ndr)».

L’album è costruito su strutture folk oriented, questo singolo invece suona più pop: andrai in questa direzione anche in futuro?

«Sono in una fase in cui vorrei sperimentare diversi sound e generi, per trovare uno stile personale che mi soddisfi. Diciamo che i brani del mio primo album sono stati scritti in uno stile per me “facile” e naturale, ma ho notato che, negli istanti in cui mi ritrovo a presentarli da vivo, in parte mi sento frustrata: principalmente perché mi piace molto ballare, ma non posso farlo né io né il pubblico, poiché le mie sono canzoni che vanno ascoltate in ambienti più intimi. Ho trascorso l’ultimo anno a Londra, all’Insititute of Contemporary Music Perfomance, dove ho studiato songwriting, e lì mi hanno spinta a scrivere almeno una o due canzoni a settimana, con tema e stile sempre diversi. Mi sono accorta che mi piacciono tanti generi, per cui, per il momento, non vorrei pormi limiti».

Cosa hai ascoltato in particolare durante lo sviluppo del pezzo?

«Volevo creare una canzone che io stessa avrei potuto ballare, per cui mi sono messa a cercare diverse canzoni di successo o tormentoni estivi. La maggior parte di questi brani se non ha un beat da discoteca, ha un ritmo reggaeton… Un ritmo che può essere amato o odiato, ma bisogna ammettere che il più delle volte funziona - con le persone, ben inteso, a cui piace ballare -».

“Neverland” è il primo singolo estratto dal tuo secondo album?

«Ho altre canzoni nel cassetto, già registrate e pronte per la pubblicazione. Ma, legandomi anche al discorso precedente, sono tutte molto diverse da questa. Per cui sto ancora cercando di capire se inserire “Neverland” nel mio prossimo album oppure mantenerlo esclusivamente in questa forma, pronto però a fungere da ponte tra ciò che ho fatto e quanto pubblicherò in futuro...».

 

 

 

 


 

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